Non ci sarà più la morte (Ap 21,4)

LETTERA ALLE COMUNITÀ CRISTIANE
di Maria Soave Buscemi e di Filippo Ivardi Ganapini

In questo tempo pandemico di “respiro strozzato”, si impone nelle nostre vite l’evidenza della morte. Il percorso della vita interiore ci sta facendo comprendere che con grandissima fatica riusciamo a curare, nominare e accompagnare questo tempo unico ed irripetibile di passaggio fondamentale e non ultimo della morte. In questo venerdì santo in pandemia desideriamo proporre alle comunità cristiane una condivisione di Corpo comunitario, nell’ultimo respiro della Carne di Gesù sulla croce e nel coraggio che è dono di speranza personale e comunitaria nell’abbraccio di Resurrezione. Verso il sogno di Dio, nuovi cieli e nuove terre, dove non ci sarà più la morte (Ap 21,4).

Sentiamo la necessità di fare memoria viva della vita che non finisce. Memoria è una parola antichissima, radicalmente abbracciata all’umana e necessaria esperienza del distacco e della morte. Memoria respira Assenza. Respiro che diviene corto, essenziale, fino ad ammutolirsi. Questo ci fa Umanità. Memoria, parola di antica radice tra le parole umane, nella Morte e nell’assenza, riaccende il Desiderio. Si.
Non abbiamo paura di morire quando la nostra Anima, tutta tessuta di Corpo, non per sapere ma per sapore, sa che abiteremo l’Assenza in altri ed altre che faranno Memoria, accenderanno il Desiderio di respirarci con loro, con la Terra nel cuore di Dio. Per questo Memoria è anche Cena ed Eucarestia.
C’è una Memoria narrata in tutti i vangeli. “In Memoria di Lei”.
Quella sera in Betania, la “casa dei poveri”, chiesa domestica nella ministerialità di Marta, Maria e Lazzaro, Gesù sentiva anche Lui, come noi, paura della tortura e della morte. Maria prende balsamo di nardo. Nella farmaceutica popolare il nardo era l’erba che cresceva protetta dai nidi delle vipere. Il rito di raccoglierla era immerso nell’amore e nel coraggio del prendersi cura delle persone impaurite che dovevano affrontare la Morte. La cura del corpo con balsamo di nardo ci fa vivere la Cura che è più di guarigione.
Maria, nella casa dei poveri, modo semplice e missionario di essere chiesa, prepara con il nardo e le lacrime il Corpo di Gesù all’abbraccio con la morte di martirio, una morte “con il pungiglione” affinché a partire da Lui noi potessimo vivere sorella morte in respiro di Vita piena di Resurrezione. Maria, Marta e Lazzaro comunità in-sistente, nel respiro mistico-profetico di Resurrezione.
In Betania la prima lavanda dei piedi di Maria nel Corpo di Gesù per prepararlo all’abbraccio con sorella Morte.
Subito dopo, nudo, senza alcune protezione di mantello, la seconda lavanda dei piedi di Gesù in loro, in noi, affinché anche noi possiamo in Gesù il Cristo, abbracciare sorella morte dopo una Vita dove l’unico potere è grembiule.
In Memoria di Lei e in Memoria di Lui.
Come persone e comunità che hanno scelto di seguire il cammino e il sogno di Gesù di Nazaret riabbracciamo sorella morte, vivendo e preparando il passaggio decisivo della consegna della Vita e dello Spirito, come Gesù di Nazaret sulla croce (Gv 19,31), che fa nascere di nuovo.
Buon cammino di Resurrezione
Soave Buscemi
Filippo Ivardi Ganapini

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