per farsi parte della sofferenza del mondo

La morte del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli è una notizia difficile da accogliere, per chi ha conosciuto la vitalità, la passione, l’impegno.
Ha gettato il cuore oltre l’ostacolo nonostante la prova della malattia, e anche in questo tempo, nell’Europa in cui sembrano tornare a prevalere scelte di muri da costruire e le indifferenze, ci ha ricordato la necessità di recuperare il volto e la dignità delle persone.
A-rivederci David. E Grazie.

Riportiamo l’intervento di David Sassoli in occasione del centenario dalla nascita di Sophie Scholl.

Il 9 maggio 2021 è una data molto importante perché oltre ad essere l’anniversario della dichiarazione Schuman che ha dato avvio al processo di integrazione europea, sarà il centenario della nascita di Sophie Scholl che fu testimone e martire della resistenza anti-nazista.

E’  una figura simbolo dei valori della nonviolenza. Le idee e il coraggio e il senso di libertà di Sophie e degli altri studenti di Monaco hanno ispirato intere generazioni di europei perché attraverso i loro scritti la loro testimonianza riuscirono a interpretare una coscienza critica che si è ribellata davanti alle ingiustizie e alle barbarie.

I giovani della Rosa bianca erano desiderosi di pace e di libertà, la stessa che manca in tante parti del mondo, che è ancora attesa da persone che ancora oggi sono costrette a subire discriminazioni politiche razziali etniche religiose.

E’ importante offrire risposte comuni alle vittime di guerre ingiuste, alle persecuzioni, alle violenze e soprattutto all’indifferenza.

La crisi attuale ci ha posto davanti è quella che è la dura realtà: intere fasce della popolazione vivono sulla soglia di povertà; un gran numero di persone sono completamente escluse dalla vita della propria comunità. Lo abbiamo ripetuto ininterrottamente in questi mesi: nessuno deve restare indietro, nessuno deve sentirsi solo, ciascuno deve essere partecipe della vita della propria comunità.

Stiamo vivendo un tempo di grandi sfide. Come Europa dobbiamo sentire la necessità di recuperare il volto e la dignità delle persone e, al tempo stesso, la progettualità dei padri fondatori. Riproporre la figura di Sophie, la sua passione, il suo impegno in una prospettiva europea sottolinea bene la necessità di ribadire che l’impegno senza tempo dei giovani della rosa bianca per la libertà, la pace e la nonviolenza è ancora una battaglia che vale la pena spendere oggi, nel nostro tempo, rispetto al nostro mondo, nell’Europa che ha conosciuto il male della seconda guerra mondiale.

Siamo riusciti a costruire uno spazio di fratellanza e di amicizia, di democrazia che non vogliamo venga violato. e questi sono i valori da cui dobbiamo ripartire. Non possiamo sottrarci a questa sfida perché tutto questo è la nostra carta d’identità: un’Europa più solidale e quindi più forte deve restituire centralità alla persona umana, investire sul valore della comunità, perseguire uno sviluppo integrale orientato al bene comune.

Mai come in questo momento abbiamo bisogno di partecipazione, di dialogo, di collaborazione perché la democrazia funziona così.

E l’ansia di libertà e di giustizia di Sophie e Hans Scholl e degli altri giovani della Rosa bianca ci ricorda che, di fronte alle ingiustizie e alle disuguaglianze, dobbiamo avere uno spirito duro ma anche un cuore tenero, per farsi parte della sofferenza del mondo

Vi ringrazio ancora per il vostro invito nella speranza di potervi incontrare al più presto.