Trovarsi per ritrovarsi

di Maria Celestina Antonacci

Piccole rose bianche, promessa lontana di un ritrovarsi, si sporgono sul tavolo illuminate dal sole…

A qualche giorno dall’assemblea dell’Associazione “La Rosa Bianca” italiana, sembra ora il momento di ripercorrere con la mente il suo svolgersi, ricordare i volti finalmente presenti, ripensare alle parole, aspirazioni, temi e proposte che raccontano cosa è ancora essenziale e per cosa in questo oggi rimane importante credere e spendersi. Ne emerge un futuro di speranze, non solo come comunità associata, ma anche come espressione di umanità condivisa nella sororità, fraternità e dialogo, nella cura delle persone e relazioni, nell’attenzione nei confronti degli ultimi per la promozione dell’eguaglianza e della parità, partendo dalle radici e dai valori che da sempre hanno ispirato l’azione dell’associazione e come scritto, nero su bianco, nel nuovo statuto.

Le indicazioni emerse nel corso degli interventi dell’intera giornata hanno delineato la direzione da seguire ed espresso la volontà di esserci ancora, al di la e oltre le fatiche degli ultimi anni, hanno sollecitato al dibattito, al confronto profondo e sincero, al farsi carico, pur nella limitatezza delle risorse a disposizione, della complessità che caratterizza la vita della società intera. In questo tempo martoriato diventa imperativo, oltre che prevedere momenti di discussione e approfondimento interno, tradurre in azioni concrete il patrimonio ideale e di conoscenza a disposizione, offrendo possibilità di formazione ed educazione alla cittadinanza, alla democrazia, alla cultura civile e politica. Alcuni ambiti di azione sono già consolidati, soprattutto negli incontri promossi nelle scuole e nelle tematiche affrontate on line. Altri potranno essere rafforzati e avviati ex novo, in particolare nella ricerca e costituzione di reti con soggetti, anche al di fuori del contesto nazionale, che si riconoscano nei valori e nelle finalità dell’Associazione, in modo da poter diffondere in modo sinergico e quanto più ampio possibile gli ideali di giustizia, eguaglianza, libertà che la caratterizzano, così come una cultura civile e politica che valorizzi il dialogo e le diversità. Una relazione privilegiata andrà attivata con la Weisse Rose Stiftung di Monaco, baricentro della memoria di quel gruppo di giovani martiri ai quali si rifà la nostra Associazione e ai quali aggiungiamo il ricordo di tanti testimoni che ci hanno accompagnato e spronato nel corso degli oltre 40 anni di attività, consegnandoci un mandato che ancora prevede attenzione e impegno verso gli ultimi e i sofferenti di oggi e il rispetto della terra.

E dunque vorremmo costruire assieme questo percorso anche avvalendoci del generoso contributo, fatto proprio dall’Associazione, del nuovo Presidente Fulvio De Giorgi che traccia con lucidità e determinazione un pensiero di riconciliazione e permette da subito di prendere posizione e riconoscere che “libertà, giustizia sociale e pace costituiscono il trinomio fondamentale per la cultura politica del XXI secolo.”

Infine vorrei sottolineare come la scelta di prevedere nell’Associazione la presenza contemporanea di una Presidente e un Presidente è per me non solo, o non tanto, l’asserzione dell’abbandono di ogni discriminazione verso una parte troppo spesso dimenticata e sottovalutata; è per me soprattutto la rappresentazione immediata e plastica che ogni persona e organizzazione ha bisogno per esprimersi nella propria completezza di esercitare spazi di relazione, di uscire dal guscio dell’isolamento, di affrontare con coraggio il confronto e la diversità per dare vita e significato pieno al domani.