Violenza contro le donne

In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, fissata per oggi 25 novembre 2022, la Rosa Bianca italiana vuole condividere il video realizzato dall’Osservatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne (O.I.V.D.), nato per mettere a fuoco il nesso tra violenza e religioni, al fine di eliminarla alla radice, in una ricerca e azione condivisa, pur mantenendo i vari percorsi di fede. ( www.oivd.it)

L’Osservatorio, con tante altre associazioni del movimento femminista a livello mondiale, pone all’attenzione di tutti lo scandalo del sessismo, ancora oggi presente nel mondo, che porta ingiustizia profonda di classe, razza, orientamento sessuale, religione, opportunità sociale e personale.   

Anche noi vorremmo affermare come

  • la violenza più prossima, che si manifesta nelle nostre società, nei contesti nei quali viviamo richieda una presa di coscienza e posizione chiara da parte di tutti, donne e uomini insieme, volta a dare un contributo a modificare ogni forma di ingiustizia,  sopruso, sopraffazione, rifiutando complicità, leggerezze, abitudini prevaricatrici;
  • la violenza contro le donne, di cui oggi si aspira la eliminazione, esige una presa di coscienza specifica e una conseguente assunzione di responsabilità da parte degli uomini, non più procrastinabile, che conduca a una nuova maschilità liberata e liberante;
  • la violenza delle guerre trova ulteriore accanimento sui corpi delle donne trasformati in altri campi di battaglia, strumenti di ricatto, violazione e oppressione. Corpi martoriati posti loro malgrado al centro, corpi che possono però ribellarsi e diventare strumenti di liberazione.

Sono oggi le donne dell’Iran con il loro slogan “donne, vita e liberta” e col gesto eclatante di togliersi il velo, che provoca un’onda di lotta e ribellione che si diffonde nel paese, tra i giovani, la generazione che maggiormente è coinvolta a costruire il proprio futuro. Niente è indolore, tutto ha un prezzo, finora si contano 5 condanne a morte e 15.000 arrestati. E non vanno dimenticate le vicine donne afgane che dall’estate scorsa sono ritornate a soffrire restrizioni e soprusi, che non sono riuscite a mantenere quei diritti che faticosamente avevano conquistato negli anni precedenti. Eppure la rivoluzione di oggi è anche il frutto di tante lotte dei giorni passati, di privazioni, esili, incarcerazione di tante e tanti che già hanno creduto nella libertà, nella giustizia, nell’eguaglianza. In questo 25 novembre ci richiamiamo, uomini e donne insieme, all’impegno consapevole ogni giorno dell’anno, perchè ogni violenza, femminicidio, prostituzione, stupro, prevaricazione anche psicologica, silenzio non abbiano il più sopravvento e ci impegnamo affinché possa crescere una società fondata sul rispetto della dignità umana e un comune sentire alimentato dal riconoscimento di ogni differenza che conduca a una convivenza di pace.