Appello per un impegno politico verso profughi e rifugiati
Le partecipanti e i partecipanti alla scuola di formazione politica della Rosa Bianca, sollecitati dalle riflessioni e testimonianze riferite alla condizioni dei migranti nell’area mediterranea e dei rifugiati in Italia e in Europa, hanno individuato alcuni aspetti prioritari su cui chiedere l’impegno delle istituzioni nazionali e europee, rappresentate dai partecipanti alla tavola rotonda conclusiva.
- Frontex e il seguito dell’operazione “Mare Nostrum”
Partendo dalle poche informazioni disponibili al momento esprimiamo una forte criticità rispetto all’eventualità di un programma “Frontex plus” che sostituisca l’attuale operazione Mare Nostrum. In particolare ci preoccupano la scarsità di mezzi a disposizione di Frontex (fondi e mezzi tecnici di salvataggio), la volontarietà del contributo economico degli stati membri, l’impossibilità di spingersi in acque internazionali e in generale la scarsa trasparenza delle operazioni di Frontex nel passato. Una tale proposta, che è stata presentata dal governo italiano come un successo in sede europea, rischia di rivelarsi un’operazione “di facciata”, che nel caso migliore maschererà altri morti o respingimenti verso paesi non sicuri.
Chiediamo pertanto:
– la predisposizione di operazioni di salvataggio reale dei natanti in difficoltà nel Mediterraneo, ovvero non affidate all’iniziativa privata, non delegate a realtà che operano senza controllo e senza garanzia del rispetto dei diritti dei migranti;
– la sospensione o la revisione di accordi di partenariato economico/strategico/militare con governi che non rispettano i diritti umani fondamentali, con governi o gruppi di potere che nella sponda sud del Mediterraneo non tutelano i diritti dei migranti e di fatto assumono per conto degli stati europei il ruolo di carcerieri e di trafficanti dei migranti al di fuori dei confini dell’Unione;
– la dotazione di un programma di re-insediamento che, non solo intercetti i rifugiati nei campi profughi sotto mandato di UNHCR, ma dia anche la possibilità di una “ammissione umanitaria” attraverso il rilascio di visti di ingresso per stati europei già nei paesi di transito sulla sponda sud del Mediterraneo (come Egitto e Libia).
- Rifugiati e rifugiate in Italia e in Europa fra vuoto giuridico e prassi
I rifugiati in Italia e in Europa si trovano bloccati in iter burocratici che limitano di fatto la loro possibilità di inserimento nel tessuto sociale ed economico locale. Tale situazione contribuisce alla percezione diffusa dei rifugiati come “problema” insostenibile in una condizione di crisi economica e disoccupazione diffusa. Siamo convinte e convinti che la soluzione vada ricercata in un’affermazione sostanziale dei diritti di chi chiede e ottiene protezione nei paesi dell’Unione Europea.
Alla luce di queste considerazioni chiediamo:
– l’abolizione o l’integrazione con altre normative comunitarie del Regolamento Dublino III, perché sia consentita la libertà di circolazione in qualsiasi stato dell’Unione Europea a chi ottiene protezione. Ad esempio, il titolo di soggiorno rilasciato ai rifugiati potrebbe essere riconosciuto da tutti gli stati membri, garantendo in tal modo la libertà di circolazione, di residenza e lavoro, il rilascio di passaporto come “documento europeo” per i rifugiati;
– che, nel rispetto del dettato costituzionale, si lavori ad una legge organica sull’asilo, rivalutando le proposte già elaborate in passato. In particolare sono necessarie norme per favorire l’integrazione sociale e lavorativa dei rifugiati, in modo che diventino cittadini e cittadine a pieno titolo della comunità nazionale e europea;
– il rilascio di un reale documento di viaggio che permetta ai rifugiati in Italia di muoversi anche al di fuori dall’Europa, invece dell’attuale “titolo di viaggio” non riconosciuto da ambasciate straniere in quanto formalmente non in linea con gli standard attuali, perché scritto a mano e privo di chip elettronico;
– che siano potenziati programmi di formazione e informazione per le/i cittadine/i europee/i sulle cause delle migrazioni forzate e sui paesi di origine dei rifugiati.
- Guerra in Siria ed emergenza umanitaria
Un impegno specifico, strutturale e non più rinviabile è richiesto al mondo politico italiano e europeo di fronte all’aggravarsi del conflitto in Siria con il conseguente aumento del numero delle vittime civili e dei profughi.
In particolare chiediamo al Parlamento italiano e al Parlamento europeo di:
– interrogare le Nazioni Unite riguardo alla decisione di interrompere la conta delle vittime civili causate dal conflitto, sollecitandone la reintroduzione non tanto per una mera rilevazione statistica quanto per un riconoscimento della sofferenza del popolo siriano e della dignità di ogni vita umana che sta dietro ai numeri;
– potenziare l’intervento umanitario nelle zone colpite dal conflitto, per garantire rifornimenti di beni di prima necessità alla popolazione siriana, sostenendo organizzazioni locali che possano intervenire oltre l’emergenza per assicurare la continuità e il ripristino del sistema educativo e scolastico, dell’assistenza sanitaria di base e dell’accesso ai beni e servizi primari come l’acqua potabile e l’energia.
Le partecipanti e i partecipanti alla Scuola di Formazione Politica della Rosa Bianca, “Ri-amare la Politica. Ribelli e resistenti di fronte alle sfide dell’inequità”, Terzolas (27-31 agosto 2014).