di Giovanni Lattarulo
Nelle giornate 1-2 Ottobre 2022 nel Centro Mariapoli “Chiara Lubich” nel Comune di Cadine (TN) si è tenuto l’ incontro di informazione e formazione dal titolo “Le vittime di guerre e conflitti ci interpellano – L’imperativo della costruzione di un nuovo ordine mondiale”.
L’incontro si è svolto con la partecipazione di circa trenta persone in un clima di forte condivisione nella tradizione delle scuole di formazione della “Rosa Bianca”.
Ha aperto i lavori la Co-Presidente della “Rosa Bianca” Celestina Antonacci e sono intervenuti come relatori Danilo Elia, Michele Nicoletti, Carlo Benetti, Francesco Ghia, Sebastiano Michelotti, Giovanni Kessler, Grazia Villa, Fulvio De Giorgi.
Nell’ambito di una tavola rotonda moderata da Giovanni Lattarulo sono intervenuti Sara Villa, Giorgio Gomel, Haifa Alsakkaf e Paolo Della Rocca. Luisa Broli e Milena Mariani hanno introdotto e coordinato le due sessioni di lavoro del pomeriggio di Sabato 1 Ottobre e di Domenica 2 Ottobre.
Negli interventi dei relatori e nei momenti di dibattito sono emersi i contenuti di analisi e riflessione sintetizzati di seguito.
La crisi Ucraina di stringente attualità e inserita in uno scenario di contrapposizione tra lo stato autocratico della Russia e i paesi del mondo occidentale implica l’attivazione di risorse belliche con effetti devastanti e pone all’attenzione del mondo intero l’obiettivo dell’avvio di una fase storica nuova caratterizzata dal superamento della guerra come strumento di soluzione delle controversie.
La crisi ucraina è stata analizzata nelle sue dinamiche attuali, nelle sue radici e nelle fasi storiche che hanno preceduto l’aggressione militare da parte della Russia di Putin iniziata lo scorso 24 febbraio. E’ stata in particolare ricordata la fase delle manifestazioni “Euromaidan” svoltesi in Ucraina dal 21 Novembre 2013 al 23 febbraio 2014 che hanno condotto alla deposizione del Presidente filorusso Viktor Janukovyc e alla firma dell’accordo di associazione dell’Ucraina con l’Unione Europea.
Nella fase storica recente il percorso di avvicinamento dell’Ucraina all’Unione Europea è stato accompagnato da un associazionismo impegnato nello stimolo a un’azione di riforma dello Stato nella direzione della prevenzione e del contrasto dei fenomeni di corruzione.
Un’ associazione “anticorruzione” ucraina , in contatto con l’associazione trentina EUcraina, è attualmente fortemente impegnata nella promozione della causa ucraina di fronte all’aggressione russa presso i principali attori del mondo occidentale, Stati Uniti d’America e Unione Europea.
Il conflitto in Ucraina è stato anche analizzato sotto il profilo degli effetti e della valenza dello strumento delle sanzioni economiche, con caratteristiche senza precedenti, attivate dai paesi occidentali nei confronti della Russia.
Lo strumento delle sanzioni genera necessariamente negativi riflessi diretti nel breve termine sul commercio internazionale e quindi sulla crescita globale ed appare al tempo stesso in grado di provocare in maniera graduale nel tempo un severo crollo dell’economia russa sotto il peso dell’isolamento e della scarsità di materiali a disposizione.
Un elemento di incertezza per i prossimi mesi è rappresentato dalle possibili reazioni delle opinioni pubbliche dei paesi occidentali di fronte al protrarsi degli effetti negativi dell’impatto delle sanzioni. Le reazioni delle opinioni pubbliche potrebbero infatti rendere difficilmente sostenibile il mantenimento nel tempo delle sanzioni economiche nei confronti della Russia da parte dei governi dei paesi del mondo occidentale.
Su un piano generale la guerra in Ucraina ha evidenziato caratteristiche e limiti dell’ordine internazionale vigente nato e sviluppatosi dopo la seconda guerra mondiale.
L’ordinamento delle Nazioni Unite nell’attuale fase storica è in grado di promuovere la formazione di regole e indirizzi comuni in un ambito sovranazionale ma con processi decisionali pensati con il fine di conservare delle sfere di garanzia nelle mani degli Stati. Tali caratteristiche dei processi decisionali pregiudicano le possibilità di affermazione di una volontà collettiva in grado di imporre la visione di un bene pubblico universale come quello della pace.
L’esemplificazione piu’ evidente delle caratteristiche di tale ordinamento è data dal potere di veto in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite riconosciuto alle principali potenze nell’ordine mondiale costituitosi a seguito della seconda guerra mondiale (USA, Russia, Cina, Regno Unito, Francia).
Nella carenza di un solido efficace quadro comune di riferimento sovranazionale adeguato ai tempi le minacce alla convivenza pacifica tra le persone a livello globale e al futuro dell’umanità sono rappresentate dai persistenti poteri degli stati sovrani e dai loro armamenti e dalla devastazione delle risorse ambientali con effetti sull’intero pianeta evidenziati dai cambiamenti climatici.
Il tema dell’impiego equo e sostenibile delle risorse ambientali ed energetiche si connette e si intreccia con l’obiettivo della promozione e del mantenimento della pace in considerazione delle cause di conflitto riconducibili alle forme di sfruttamento e di appropriazione riscontrabili a livello mondiale.
La scelta per una prospettiva nuova di pace nel futuro dell’umanità trova una sua motivazione ulteriore e fondante in un’ottica di genere di fronte a una consolidata documentazione delle pratiche di violenze, stupri e discriminazioni caratterizzanti la dinamica dei conflitti bellici.
Nella fase attuale possono leggersi dei segnali di emersione di una nuova cultura di pace promossa da movimenti associativi e di volontariato operanti in aree di conflitto e impegnati ad offrire una testimonianza forte di vicinanza e solidarietà alle popolazioni vittime delle violenze.
Una nuova cultura di pace è anche espressa dall’incontro , all’interno di nuovi contesti operativi e associativi, tra persone di diversa ispirazione religiosa o diversa appartenenza etnica e nazionale impegnate a superare contrapposizioni talora con radici profonde nella storia come quelle ad es. riconducibili al conflitto israelo-palestinese.
Nella costruzione di un futuro di pace una funzione essenziale può venire svolta dalle esperienze di dialogo tra le religioni presenti nel mondo chiamate a rinsaldare il legame con le loro radici, ad affermare il valore di un linguaggio e di principi che le accomunano e a superare le deviazioni dalla loro missione ricorrenti nella storia dovute al perseguimento di obiettivi “mondani” estranei al contenuto di una genuina etica universale.
Il Co – Presidente della “Rosa Bianca” Fulvio De Giorgi nelle conclusioni dell’incontro di formazione ha richiamato il valore fondante della promozione della pace nella storia e nei riferimenti culturali dell’associazione.
Di fronte a scenari di guerra e di conflitto generati dal corso della storia come quello oggi emergente in Ucraina per una coscienza civile ispirata ai valori e alle tradizioni comuni appaiono prospettabili tre possibili atteggiamenti:
- Un primo atteggiamento si riconduce alla visione presente nel pensiero del grande scrittore russo Lev Tolstoi che si può riassumere nel richiamo al dettato evangelico del “porgi l’altra guancia”;
- Il secondo atteggiamento si ricollega all’opzione per il partigianato armato, sorto con l’idea di “far guerra alla guerra”, in vista cioè di un mondo in cui la guerra venga bandita. Tale opzione ha caratterizzato l’azione di figure come Giuseppe Dossetti il quale peraltro non ha mai personalmente fatto uso delle armi.
- Il terzo atteggiamento è quello di una non-violenza attiva che promuove e genera soluzioni alternative all’uso delle armi per la soluzione delle controversie tra i popoli.
Su queste opzioni aperte e sulle implicazioni operative così come sull’insieme delle tematiche affrontate nell’incontro di formazione-formazione potranno svilupparsi prossimi nuovi momenti di riflessione e approfondimento.
I video dei contributi dell’incontro di Cadine
Interventi di
Danilo Elia – giornalista RAI
Carlo Benetti – analista di scenari economici e finanziari
Michele Nicoletti – docente di Filosofia Politica presso l’Università di Trento
coordina i lavori della sessione Luisa Broli
Interventi di
Sara Villa – volontaria
Giorgio Gomel – Rete Jcall Italia e Alliance for Middle East Peace
Haifa Alsakkaf – Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira – Good World Citizen
Paolo Della Rocca – MoVI (Movimento di Volontariato Italiano)
coordina i lavori Giovanni Lattarulo
Interventi di
Sebastiano Michelotti – Movimento “Fridays For Future
Francesco Ghia – docente di Filosofia Morale Università di Trento
Grazia Villa – avvocata
Introduce e coordina Milena Mariani
Interventi di
Gianni Kessler – magistrato, già Direttore Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode – OLAF
Fulvio De Giorgi – presidente della “Rosa Bianca”
Introduce e coordina Milena Mariani
Testi messi a disposizione per l’incontro di formazione
Pace e nonviolenza, educare l’umanità verso destini comuni di Fulvio De Giorgi
La guerra e le sanzioni e un mondo troppo piccolo di Carlo Benetti
Conflitto e sanzioni di Carlo Benetti
Israele e Palestina, conflitto e coesistenza di Giorgio Gomel
Decalogo MEAN per pensare la pace
Promuovere la pace con la costruzione di ponti – la scuola di arabo a Firenze di Haifa Alsakkaf
Diario di viaggio in Ucraina di Giovanni Kessler e Daniele Torresan