La Resistenza: un futuro per la memoria
« La mia libertà è una piccola isola in un oceano di condizionamenti, ma io – e con me ogni uomo – posso nascere come persona libera solo in quella piccola isola. Quando mi sono venuto a trovare in una situazione storica in cui la libertà veniva negata, le persone venivano imprigionate e perseguitate per la loro appartenenza a una razza o per le loro idee, è stato logico per me mettermi dalla parte di coloro che difendevano la libertà, la libertà mia, la libertà di ogni uomo. » (don Giovanni Barbareschi)
Amore e ribellione
« Dietrich Bonhoeffer, che muore impiccato nel lager di Flossenbürg (da cui quello di Hersbruck dipendeva), scrive dalla prigionia pensieri profondissimi che saranno poi, postumi, raccolti con lo splendido titolo di «Resistenza e resa». Tra questi, egli enuclea quattro stazioni sulla via della libertà: la Disciplina, l’Azione, la Sofferenza, la Morte… Si tratta di quattro stazioni che rendono perfettamente ragione del percorso esistenziale sia del teologo tedesco, sia di Teresio Olivelli. La disciplina senza un’azione mirata e guidata dal prin-cipio della carità e dell’amore degenera in fanatismo fondamentalista, la sofferenza e la morte possono dare un senso alla vita solo se la trasfigurano nella ricerca indefessa della dignità e della libertà autentica. Esattamente quel che Bonhoeffer e Olivelli hanno vissuto e il motivo per cui entrambi, protestante l’uno, cattolico l’altro, vivono ora nella piena communio sanctorum, rappresentando per noi una testimonianza che non finisce (inverando l’etimo della parola “martirio”). » (Guido Ghia, rivista Il Margine n.7 2018)
Anselmo Palini nel libro “Teresio Olivelli. Ribelle per amore” (ed.Ave), ricostruisce la vicenda biografica di colui che don Mazzolari ha definito «lo spirito più cristiano del nostro secondo Risorgimento». Olivelli partecipa attivamente alla vita dell’Azione cattolica e della Fuci e ciò non gli impedisce di immergersi convintamente, come tanti altri giovani del tempo, fin nel cuore del fascismo, cui fa seguito la scelta di arruolarsi volontario per combattere sul fronte russo come alpino, dove però constata di persona la devastazione materiale, morale e umana causata dalla folle politica fascista. Una volta ritornato in patria, aderisce alla Resistenza con le Fiamme Verdi, diventando «ribelle per amore». La «ribellione per amore» non riguarda solo la partecipazione di Teresio Olivelli alla resistenza, ma anche la sua ribellione ai soprusi, alle angherie e alle brutalità nei lager in cui è stato detenuto. Nel lager di Hersbruck egli continua a difendere i propri compagni di prigionia per alleviarne le drammatiche sofferenze, operando sempre senza essere animato dall’odio o dal risentimento, ma appunto dall’amore. Muore a soli 29 anni per le percosse subite dai suoi aguzzini.
Teresio Olivelli, insieme ad altri/altre protagonisti/protagoniste della resistenza (Carlo Bianchi, Odoardo Focherini, Giuseppe Bollini, GianCarlo Puecher, Gino Bartali, Enrico Falck, le Aquile Randagie, don Carlo Riva, Tina Anselmi, Thelma Hauss De Finetti, suor Enrichetta Alfieri, Giuseppe Lazzati, i giovani della Rosa Bianca di Monaco, Josef Mayr-Nusser), doveva essere ricordato nell’ambito di una mostra a fine aprile 2020 a Milano organizzata dall’associazione nazionale Partigiani Cristiani
«Se dovessi scegliere uno slogan è proprio quello di
collegare i resistenti italiani a tutti i resistenti europei
affinché noi oggi, ricordando Bonhoeffer di Resistenza e
resa, non vogliamo proprio arrenderci». ( Mariapia
Garavaglia presidente nazionale ANPC )
Suor Enrichetta Alfieri e le suore nella Resistenza di Silvio Mengotto
25 Aprile: Non tradire più l’uomo di Anselmo Palini
“In piazza Loggia non vittime inconsapevoli, ma Caduti, da combattenti disarmati” di Cesare Trebeschi
Ribelli per amore: la vera storia dei partigiani cattolici di Luca Rolandi
Aquile Randagie, intervento di don Giovanni Barbareschi