Storia di un prete partigiano

di Claudio Consonni

E’ stata opportuna la pubblicazione della tesi su Don Giuseppe Mariani in questo ottantesimo dell’inizio della Resistenza alla “Repubblica” di Mussolini e dominazione nazista.

Spiace naturalmente che la prematura scomparsa dell’autore, Professor Giuseppe Mariani laureatosi nel 1994, non gli abbia consentito di concludere e pubblicare ulteriori approfondimenti che, soprattutto in Seregno dove da alcuni anni si stanno rincorrendo nel racconto degli episodi della storia locale Pietro Arienti e Norberto Bergna, sarebbero stati certamente molto interessanti.

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Riformare la Chiesa

Riformare la Chiesa, di Fulvio De Giorgi (ed. Scholé – Morcelliana)

La Chiesa è storicamente davanti ad un bivio decisivo: ostruire (il soffio dello Spirito) o costruire (guidata dallo Spirito); continuare con dinamiche ormai obsolete e adagiarsi nel torpore di un’età di decadenza comatosa o avviare, con coraggio ed entusiasmo, una svolta radicale e aprire a una “forma” nuova di cattolicesimo. Vi è oggi un problema generale che non è solo di una parte dei fedeli: si tratta di considerare qual è il “blocco” o i “blocchi”, che fanno resistenza allo Spirito e intristiscono l’ambiente ecclesiale. Tutti ostacoli che vanno superati con scelte chiare ed efficaci, ma non dettate da ingegneria canonico-ecclesiastica, né decise a colpi di maggioranza, come in un braccio di ferro politico. Queste pagine offrono riflessioni per compiere scelte ormai ineludibili e, anzi, già in forte ritardo.

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Comunità, turismo e accoglienza. Como: città di chi?

di Oscar Cantoni, vescovo di Como

Messaggio alla Città nella Solennità di Sant’Abbondio

Illustri Autorità,
cristiani di Como e fedeli di altre Confessioni, donne e uomini tutti di buona volontà, cari amici.
Anche quest’anno, come è ormai tradizione, alla vigilia della festa del nostro Patrono ci raduniamo per riflettere sul
nostro vivere insieme come cittadini. Vorrei condividervi qualche pensiero che nasce in me dall’ascolto della realtà e
dal confronto con alcune persone, a vario modo qualificate a proporre letture e soluzioni per una Comunità più umana
e fraterna.

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Tecnica e politica

di Nicolò Lipari

Ripubblichiamo il testo scritto dal prof. Nicolò Lipari in cui affronta il confronto tra tecnica e politica per uno sguardo a “lungo raggio”.

1. Nessuna stagione al pari di quella che stiamo vivendo ha mai segnato un così vistoso distacco tra politica e tecnica, intesa la prima come organizzazione della pluralità in una razionale convivenza dei diversi in termini di almeno relativa eguaglianza e la seconda come utilizzazione necessaria, ancora una volta in chiave di razionalità, di tutti gli strumenti (economici, giuridici, scientifici) idonei a realizzare, nelle contingenze date di tempo e di luogo, le prospettive di un ordinato equilibrio sociale.

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La scomparsa di Nicolò Lipari

L’associazione Rosa Bianca, ricorda con affetto il prof. Nicolò Lipari, nel suo impegno civile per il diritto ed il rinnovamento delle istituzioni.

Nato a Trapani nel 1934, Nicolò Lipari, è stato avvocato, docente presso la Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Roma “La Sapienza”. Impegnato con passione su cittadinanza e diritti e nel processo di rinnovamento della politica, è stato tra i fondatori della “Lega Democratica”.
Ha accompagnato fin dall’inizio il percorso della Rosa Bianca in Italia.

La pace è il dovere della politica

L’ appello per la Pace è rivolto ai governi, ai rappresentanti delle istituzioni e, soprattutto, ai candidati alle prossime elezioni europee. E’ sottoscritto anche da Rosa Bianca.

Ci siamo incontrati in questi giorni a Trieste per riflettere sul tema della prossima Settimana Sociale, dal titolo “Al cuore della democrazia”, e abbiamo condiviso l’urgenza di rivolgere insieme un appello accorato per la Pace ai leader dei Governi, ai rappresentanti delle istituzioni e in particolare a coloro che si candidano a guidare l’Unione Europea. Emerga con decisione un impegno condiviso per una Pace fondata sul riconoscimento dell’infinita e inalienabile dignità della persona.

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Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa

Rinchiuso nel carcere berlinese di Tegel, tra l’aprile 1943 e l’ottobre 1944, Dietrich Bonhoeffer trascorre giorni bui e incerti. Mentre il mondo sprofonda nel caos della Seconda Guerra Mondiale, i suoi contatti con la cerchia esterna di parenti e amici si fanno radi e difficili, fino al tragico destino finale, quando viene giustiziato.
In questo epistolario, per moltissimi aspetti unico e commovente, riprende vita la testimonianza di fede e di resistenza di Bonhoeffer in un momento critico della storia. Nell’angusto spazio della cella di detenzione il teologo trova la forza di leggere, riflettere, pregare e scrivere. Le sue parole si alternano a quelle delle persone a lui care: i genitori, il fratello maggiore Karl-Friedrich, il nipote quattordicenne Christoph e, in particolare, l’amico fraterno Eberhard Bethge.

Con questo giovane pastore, destinato a diventare suo biografo, egli scambia pagine di una teologia profonda, contemporanea, anzi visionaria – proprio mentre il mondo sprofonda nel caos della Seconda Guerra Mondiale. È il suo lascito ai cristiani del mondo intero.

Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa – Lettere e altri scritti dal carcere (ed. Queriniana)
Edizione italiana a cura di Alberto Gallas
Postfazione all’edizione italiana di Alberto Conci

Dare una mano alla Pace come fraternità democratica

Appello della Rosa Bianca per le Elezioni Europee

In occasione delle Elezioni del Parlamento Europeo, la Rosa Bianca – nel ricordo di David Sassoli – vuole richiamare le forze politiche italiane, nella formulazione dei loro programmi elettorali (e, di conseguenza, in funzione delle scelte di voto che potranno compiere le cittadine e i cittadini), a dare una mano, in questo così delicato momento storico, al fine di avviare un articolato e serio processo di pace.

Questa “mano” ci pare abbia “cinque dita” essenziali e irrinunciabili:

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Romero: martire della fede liberatrice

di Piergiorgio Cattani

Pubblichiamo i testi relativi all’incontro che si è tenuto a Trento, presso il Centro Bernardo Clesio, il 24 marzo scorso, in ricordo del 27° anniversario della morte di Oscar Romero: l’introduzione del presidente dell’Associazione, l’intervento di don Luigi Adami e l’omelia di don Girolamo Job.

articolo scritto da Piergiorgio Cattani su Il Margine n.5 del 2007

Ancora una volta siamo qui a ricordare Oscar Romero: sono ormai passati 27 anni dal giorno suo assassinio e per questo vale la pena domandarsi quale senso abbia oggi ricordare quell’evento, in una situazione politica ed ecclesiale cosi mutata rispetto ad allora.

Dal punto di vista politico, alla contrapposizione tra occidente e blocco sovietico si è sostituito, nell’era della globalizzazione, un conflitto tra identità o tra civiltà, senza tuttavia che si spengano i tradizionali focolai di guerra. Tra il terrorismo e la risposta occidentale, spesso solamente in termini di interventi armati, è difficilissimo trovare nuovi percorsi di pace, senza essere per questo tacciati di irenismo o peggio ancora di diserzione nei confronti del nemico. Nel frattempo l’Africa e il Sud America non fanno più notizia. In particolare nei Paesi latino-americani, se per fortuna le grandi dittature degli anni settanta e ottanta sono scomparse, la povertà dilaga ancora e in alcuni Stati la situazione sociale e politica è drammatica.

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Nel ricordo di un amico sincero

Per noi della “Rosa Bianca” Roberto è stato e rimane un compagno di viaggio per tutto il percorso di vita dell’ Associazione fin dai momenti iniziali vissuti nell’atmosfera indimenticabile delle prime scuole estive di formazione politica  animate dall’entusiasmo di giovani provenienti da diverse parti d’Italia uniti da una comune ispirazione e da una comune visione del futuro.

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