Discanto. Voci di donne sull’enciclica Fratelli tutti

«Discanto – Voci di donne sull’enciclica Fratelli tutti»,  edito dalle Paoline,  è  scritto da Maria Cristina Bartolomei , Emanuela Buccioni, Gabriella Caramore, Antonella Casiraghi, Asmae Dachan, Carla Danani, Rosanna Fersini, Marisa Forcina, Shulamit Furstenberg Levi, Silvia Giacomoni, Lidia Maggi, Luciana Miriam Mele, Lilia Sebastiani, Grazia Villa,  Rosanna Virgili.

In Fratelli tutti al numero 23 si legge che «[…] l’organizzazione delle società in tutto il mondo è ancora lontana dal rispecchiare con chiarezza che le donne hanno esattamente la stessa dignità e identici diritti degli uomini. A parole si affermano certe cose, ma le decisioni e la realtà gridano un altro messaggio». Nell’Enciclica c’è un non detto, che porta con sé un appello implicito, ma forte, a che altri dica… Qui si raccolgono voci di studiose e teologhe, credenti e laiche: esse offrono una lettura dell’Enciclica da parte di donne che, con sensibilità e tagli diversi, entrano in dialogo con essa, offrendo così, come in un discanto, una seconda voce, un secondo punto di vista. E se a leggerla sono donne, con occhi di donna, la speranza è che questo contribuisca a far prendere voce e volto anche a “Chiara” accanto a “Francesco”.

«Il volume offre quindici voci di donne che, in diversi mondi, dialogano con l’enciclica Fratelli tutti, offrendo commenti, echi, risonanze, ripresa di temi, in diversi generi letterari. Sono donne di differenti orientamenti: credenti di diverse confessioni cristiane e diverse religioni, non credenti, o, meglio, credenti nell’umano; tutte, comunque, «pensanti», secondo la distinzione che il cardinale Carlo Maria Martini segnalava come molto più significativa di quella tra credenti e non credenti; sono laiche e religiose; teologhe, bibliste, scrittrici, filosofe, scienziate, umaniste. Parecchie di loro si conoscevano già, ma non poche si «incontrano» per la prima volta solo nel libro. Questo composito coro è frutto della adesione a una proposta inizialmente lanciata a un ampio gruppo di teologhe cattoliche, maturata poi in prospettiva di un allargamento in senso ecumenico, interreligioso e interculturale, in sintonia con l’afflato universalistico dell’enciclica. Caratteristica della proposta è stata la sua apertura. L’iniziativa, muovendo dal riconoscimento della importanza dell’enciclica, aveva l’intento dichiarato di aprire una interlocuzione con essa da parte delle donne, che la valorizzassero, ripensandone e riprendendone i nuclei di contenuto a partire dalle loro competenze e dalla esperienza femminile del mondo. Entro la condivisione di tale orientamento di fondo, ognuna che avesse aderito era libera di scrivere sui temi e nel modo a lei più congeniale» (dalla presentazione di Maria Cristina Bartolomei e Rosanna Virgili, editors del libro).