L’ora dell’inciampo

L’ora dell’inciampo è una su mille
di un percorso scolastico di cinque anni

Spunti e proposta per una memoria da riscoprire e condividere nelle scuole e, grazie alle scuole, con tutti

Premessa
Le testimonianze di pace e nonviolenza di donne e uomini che – impegnandosi e mettendo a rischio della loro vita – hanno saputo proteggere il valore e la dignità dell’uomo in periodi oscuri della nostra storia costituiscono un punto di riferimento per la costruzione di una coscienza comunitaria capace di responsabilità verso ogni uomo e donna indipendentemente dalla loro provenienza geografica, sociale, culturale, etnica, religiosa. .
Condividere storie, voci, pratiche di persone che hanno dedicato la loro vita a costruire ponti e a cercare di costruire esperienze di dialogo e di convivenza contribuisce a riscoprire e rafforzare le radici del nostro vivere comune.

1.Occasione

Recuperando il detto ebraico, “chi salva una vita, salva tutta l’umanità”, sarà importante scoprire se nell’ambito della classe, tra familiari e/o amici stretti, esiste qualche vicenda che possa essere narrata da una persona “normale” in linea col motto.
Per ragioni anagrafiche sono ancora presenti fra noi coloro che erano bambini all’epoca delle deportazioni e anche se possono essere piccoli, parziali e – magari – ritenuti insignificanti i loro ricordi hanno un grandissimo valore all’interno delle vicende familiari (si può ricordare anche, ad esempio, l’interpretazione ostentata e pedagogica che fa di questo il “nonno d’Italia” del serial RAI “un medico in famiglia”).

2. Preparazione

E’ importante nella conoscenza della classe, attraverso colloqui degli insegnanti coi genitori, le assemblee scolastiche etc, cogliere se nella classe vi siano presenti tra compagni e compagne situazioni nascoste o inespresse che lasciano qualcuno in una sorta di “spazio remoto” persino tra i coetanei.
Questo approfondimento dell’osservazione dei ragazzi può portare alla luce vicende, assolutamente NON paragonabili alla SHOAH ma – purtroppo – analoghe nella discriminazione a quelle delle leggi razziali Italiane o quelle delle discriminazioni subite durante le emigrazioni di massa dal Sud d’Italia sia in epoche che in luoghi d’approdo diversi (altre regioni Italiane, Svizzera, Usa, Belgio etc). Potrebbe succedere nei ragazzi nati in Italia da genitori profughi, adottati in Italia ma nati in Paesi colpiti da immani tragedie o essi stessi protagonisti di “viaggi della speranza”. Se in tutti i ragazzi che oggi sono nelle nostre scuole deve essere riconosciuto e rispettato il proprio vissuto, a fronte della proposta dell’ora dell’inciampo potrebbe emergere, diventando così più urgente impegnando la classe la storia di questo o quel ragazzo. Su questi temi il sistema scolastico ha, giustamente, già in atto progetti diversi cui i docenti possono fare riferimento e trovare validi supporti.
Non ostacola il fatto di organizzare l’ora dell’inciampo la situazione di uno o più alunni che abbiano subito o siano ancora in situazione disagiata, la può ostacolare e rendere inutile la fragilità di chi NON si sente accolto in classe e/o la convinzione personale di essere una “vittima” talmente sfortunata da non potersi interessare e, tantomeno, prendersi cura delle vicende collettive.

2.1 L’associazione “Rosa Bianca” può fornire un supporto a docenti di scuola secondaria che vogliano, assieme a storici ed altre associazioni locali che saranno via via individuate assieme e contattate che è ancora possibile cogliere nelle classi dei nati di questo inizio di millennio, azioni concrete di RESISTENZA NON VIOLENTA, anche facendo emergere ricordi familiari.
2.2 La narrazione dell’ora dell’inciampo a tutta la classe va preparata con la massima cura ed adattata alla classe di età degli alunni affinché si possa svolgere in un contesto, celebrativo o meno, in cui tutta la classe possa esser portata alla domanda: “CHE COSA AVREI FATTO IO IN QUELLA SITUAZIONE?”

3. Contenuti
3.1 La vicenda degli studenti della Weiße Rose (movimento ispiratore della nostra associazione in Italia), da affiancare a quanto proposto sulla memoria da “riscoprire e condividere”, è a nostro avviso ancora significativa e poco nota.
Suggeriamo pertanto la lettura o rilettura dei sei volantini (primo, secondo, terzo, quarto, quinto, sesto) sia nelle lingue che nei formati diversi che abbiamo messo a disposizione sul sito “Easy to Read” che offre una semplificazione dei concetti e delle parole in una forma facile da leggere e da capire.
3.2 Naturalmente può essere reperito e proiettato interamente o per selezione di scene il film “La Rosa Bianca – Sophie Scholl”.
Di fronte alle sfide del tempo presente la memoria rappresenta una occasione importante. Non è il deposito di ciò che è avvenuto nel passato, ma un fattore potente per un pensiero critico e per la costruzione di un futuro in relazione ai principi di umanità.”
3.3 La narrazione della Memoria “riscoperta”, se disponibile attraverso ricordi familiari.
3.4 La visita a un luogo, targa e/o intitolazione parziale o totale a … già fatta nella nostra scuola o nei luoghi attinenti (esempio auditorium e/o centro scolastico provinciale). Le foto di Anna Frank e del suo diario dovrebbero essere già presenti e visibili in ogni scuola.
3.5 La quinta attività, forse la più difficile e “dura” è quella che riguarda la memoria collettiva di quella specifica scuola, istituita sotto entro gli anni 30 del secolo scorso, che può andare a toccare nervi scoperti. Per questo, se si vuole seriamente iniziare il proprio cammino (come ben narrato nella vicenda personale drammatica per non dire tragica del giovane nazista, poi giornalista Thomas Gnielka, nel film “La congiura del silenzio”) bisogna partire da una azione cosciente e favorevole dell’intera comunità scolastica: riaprire i registri “eterni” (si chiamano così tutti i registri scolastici) degli anni 1937, 1938 e 1939. Poche le scuole che lo hanno fatto fino ad oggi. Alcune di queste hanno avuto il ‘gioioso’ riscontro di ritrovare e conoscere di persona sopravvissuti espulsi in quel periodo a causa di disposizioni discriminanti e ingiuste (cfr appunti allegati).
E’ auspicabile che in questa ricerca venga coinvolta la comunità scolastica non solo presente ma anche quella dell’epoca con tanti ricordi di nonni e/o altre persone anziane come nell’esempio milanese riportato. Nelle scuole del primo ciclo questa attività di ricerca può anche essere condotta da docenti e ex alunni adulti per poi essere trasformata in attività didattica da portare nelle classi.

4. Notazione, impegno e appello della “Rosa Bianca”
Sull’accesso ai registri scolastici degli anni 1937, 1938 e 1939 non possono essere sollevate obiezioni di sorta da chicchessia essendo di gran lunga passati 70 anni.
L’Associazione “Rosa Bianca” rilanciando alcune attività già svolte in Milano, Bologna, Roma etc si incarica di documentare, almeno sommariamente, al fine di diffondere le “buone pratiche” l’esperienza delle scuole che hanno fatto questa ricerca invitando anzitutto le pubbliche istituzioni a tutti i livelli a rendere accessibili in modo permanente tutti i dati discriminatori che hanno colpito i lavoratori e auspica che lo facciano anche tutte le aziende.

Tempistica, diffusione e diritti
Questo progetto è stato predisposto per un uso sperimentale a partire dalla primavera 2021.

l’email dedicata è
progettoscuola@rosabianca.org

Questo progetto è disponibile con le caratteristiche del
https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/it/

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Piccola rassegna su scuole e leggi razziali
Milano
www.icstoppani.edu.it
2014-2015
Articolo del Corriere della Sera (Prima pagina Corriere Milano) sull’ex alunno Arno Baehr, espulso nel 1938 a causa delle Leggi Razziali e tornato alla Scuola Stoppani 76 anni dopo.

www.associazionescuolastoppani.com/dicono-di-noi/

https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/11_gennaio_26/cacciati-liceo-parini-perche-ebrei-181333178608.shtml

www.liceovirgiliomilano.edu.it/la-storia/le-leggi-razziali/

Bologna
https://bologna.repubblica.it/cronaca/2016/01/28/news/leggi_razziali_quei_bambini_ebrei_cacciati_dalle_scuole_di_bologna-132205796/

Roma
www.rossoporpora.org/rubriche/italia/600-1944-giorgio-ajo-unico-bambino-ebreo-nella-scuola-statale-dell-italia-occupata.html

RAI docufiction “Figli del destino”
Liliana Segre, Tullio Foà, Lia Levi e Guido Cava. Il documentario comprende interviste a queste persone straordinarie e sopravvissute alla Shoah mentre nella parte narrativa piccoli e grandi interpretano loro quattro e altri personaggi.