«Uomini liberi che stanno morendo in questo momento e di cui noi non si conoscono nemmeno i nomi, uomini liberi che muoiono soli, all’alba, tra muri spogli e lividi, uomini liberi che muoiono senza amici e senza sacerdote …,
ma questo fiato debole è quello dello Spirito»
(George Bernanos, Lettres aux Anglais. 1942)
Il soffio dello Spirito
Cattolici nelle Resistenze europee
di Giorgio Vecchio, ediz. Viella, 2022
I cattolici sono stati presenti in tutte le Resistenze europee. Ovviamente bisogna tener conto delle diversità esistente nella distribuzione dei cristiani tra cattolici, protestanti e ortodossi.
Questa partecipazione alla Resistenza è stata condizionata dalle differenti vicende politico-militari. Nei paesi occupati dalla Germania nei quali era rimasta una rappresentanza legittima dello Stato, i cattolici tesero a confondersi all’interno delle istituzioni clandestine o patriottiche. È il caso della Polonia (che mantenne un governo in esilio e creò robuste istituzioni clandestine in patria), ma anche del Belgio o dei Paesi Bassi. Anche in questi paesi la presenza di un governo esule a Londra offrì la possibilità ai cattolici di agire – spesso in quanto militari – nei servizi informativi, di spionaggio o nelle reti di salvataggio dei piloti alleati abbattuti nei cieli europei. Il legame con la Gran Bretagna fu assai forte.
Diverso fu il caso della Francia, dove la costituzione della repubblica di Vichy sotto la guida di Pétain creò non pochi problemi di coscienza ai resistenti cattolici. Infatti, l’episcopato e il clero, oltre che alla maggioranza dei fedeli, applaudirono Pétain per il suo programma di rigenerazione morale e di rilancio della triade “lavoro, famiglia, patria”. I cattolici democratici e antinazisti dovettero così impegnarsi anzitutto per fermare lo scivolamento autoritario della Chiesa; al tempo stesso si confrontarono con l’autoproclamata leadership di de Gaulle.
Ovunque pesarono le diverse cronologie e le diverse modalità dell’occupazione nazista. I tedeschi, infatti, si comportarono utilizzando sempre i propri criteri razzisti, in base ai quali i danesi e gli olandesi o anche i fiamminghi erano razzialmente simili ai tedeschi e perciò da trattare “bene” (a patto che non esprimessero forme di opposizione, beninteso!), mentre i polacchi, i russi e gli salvi in genere erano “Unteruntermenschen” (“Sottosottouomini”) da disprezzare e calpestare impunemente.
I cattolici (attenzione: non tutti, ma comunque una parte significativa) parteciparono alla Resistenza nelle diverse forme note: furono cioè presenti nella lotta armata vera e propria, nei servizi di informazione e di spionaggio, nella raccolta e custodia di armi, oltre che in tutte le forme di Resistenza disarmata, per il soccorso dei perseguitati, degli ebrei o di chiunque fosse in pericolo. In varie situazioni essi coltivarono anche una Resistenza di tipo morale e culturale, attraverso la stampa e la diffusione di idee avverse all’occupante e alla sua ideologia pagana.