Siamo un gruppo di laici e religiose italiane e straniere, missionarie nel mondo, riuniti ad Assisi e sentiamo di unirci alle tante denunce che salgono da varie voci di cittadini italiani con il seguente contributo.
1.La preghiera di ringraziamento alla Vergine Maria, Madre di Gesù fatta in veste istituzionale di Vice Primo Ministro di una Repubblica laica e aconfessionale, che rappresenta tutti i cittadini italiani credenti di varie religioni e non credenti è una VIOLAZIONE alla Costituzione (cf Articoli 2, 3, 7, 8, 19 e 20) che garantisce il pluralismo confessionale e vieta la discriminazione tra i culti (sent. 440/1995) esige l’equidistanza e l’imparzialità della legislazione rispetto a tutte le confessioni religiose (sent. 508/2000).
La Rosa Bianca esprime profonda preoccupazione di fronte all’approvazione del decreto “Sicurezza
bis” che si inserisce in un triste e omissivo alveo legislativo con tutto il
suo portato di inciviltà giuridica.
Un quadro aggravato dagli intenti autoritari dell’attuale
Ministro dell’Interno, dalla sete propagandistica inesauribile di punizione del
dissenso, dal sempre mai tramontato desiderio collettivo di uno Stato di
Polizia.
Clarisse e carmelitane «preoccupate e in preghiera per il Paese e per chi non ha voce» hanno rivolto il seguente appello per dare voce a quanti «si vedono rifiutare ciò che è diritto di ogni uomo e ogni donna sulla terra: pace e dignità. »
«Egregio signor presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Egregio signor presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, siamo sorelle di alcuni monasteri di clarisse e carmelitane scalze, accomunate dall’unico desiderio di esprimere preoccupazione per il diffondersi in Italia di sentimenti di intolleranza, rifiuto e violenta discriminazione nei confronti dei migranti e rifugiati che cercano nelle nostre terre accoglienza e protezione.
di Vincenzo Passerini, da il “Trentino” di giovedì 4 luglio 2019
Un paese che dimentica nasconde il volto dell’altro Un paese che non si arrende non si stanca di porre innanzi i valori umani e di credere nella giustizia e nella fraternità.
«Mi vergogno del mio paese che arresta chi ha salvato dei naufraghi. Il giorno dell’arresto è stato un giorno sciagurato della nostra storia. Un giorno di una tristezza infinita che non avremmo mai voluto vedere.
Mi vergogno del mio paese che vuole mandare in galera Carola
Rackete, ammirevole comandante della nave Sea Watch che ha salvato 52 naufraghi,
e manda al governo un partito come la Lega Nord che ha truffato lo Stato per 49
milioni di euro e non li restituisce. Mi vergogno di far parte di un paese che
usa la legge per colpire i giusti e calpesta la legge quando deve colpire i
potenti.
David Sassoli ha accompagnato il percorso della Rosa Bianca, partecipando attivamente anche nelle scuole di formazione estive.
Il suo impegno come Presidente nel Parlamento Europeo è fonte di speranza per la costruzione di una casa comune europea per “porre fine ai guasti del nazionalismo dandoci un progetto capace di coniugare pace, democrazia, diritti, sviluppo e uguaglianza”.
Riportiamo di seguito il discorso tenuto il 3 luglio 2019 in occasione della sua elezione.
“Cittadine e cittadini dell’Unione europea, signore e signori parlamentari, cari amici, colleghi, rappresentanti delle Istituzioni, dei Governi, donne e uomini di questa Amministrazione. Tutti voi capirete la mia emozione in questo momento nell’assumere la Presidenza del Parlamento europeo e di essere stato scelto da voi per rappresentare l’Istituzione che più di ogni altra ha un legame diretto con i cittadini, che ha il dovere di rappresentarli e difenderli. E di ricordare sempre che la nostra libertà è figlia della giustizia che sapremo conquistare e della solidarietà che sapremo sviluppare.
Gli studenti Hans e Sophie Scholl, Alex Schmorell, Willi Graf e Christoph Probst pagarono con la vita il coraggio della verità. Ma furono ispirazione per ricostruire l’Europa dopo il disastro della guerra
di Vincenzo Passerini
Del quinto volantino ciclostilarono diecimila copie. Chissà quante notti ci vollero ai giovani della Rosa Bianca per portare a termine il lavoro in quel gennaio del 1943. La Gestapo li cercava. I primi quattro volantini, alcune centinaia di cittadini di Monaco di Baviera li avevano trovati in busta anonima nella posta, nell’estate precedente. O infilati sotto la porta. O nei luoghi più disparati.
La spesa militare globale nel 2017 è stata di 1739 miliardi di dollari, cifra record dalla fine della guerra fredda. Si continua ad alimentare la carneficina in Yemen. E il governo italiano a trazione leghista continua sulla strada del governo di centrosinistra (foto Ansa)
dal blog di Vincenzo Passerini sul giornale Il Trentino http://www.giornaletrentino.it/blogger/Blogger/Vincenzo%20Passerini
In un racconto pacifista, Antonio Megalizzi, che il Festival dell’economia ricorderà domani sera al Teatro Sociale, metteva in scena uno strano missile. Un missile con una coscienza, quella coscienza che gli esseri umani mostrano di aver perduto.
Sophie Scholl (Forchtenberg 9 maggio 1921 – Monaco 22 febbraio 1943)
A Monaco, nella notte tra il 17 e il 18 febbraio del 1943 gli studenti
della Rosa Bianca, dopo aver scritto e ciclostilato il sesto volantino
di denuncia dei crimini del nazismo e di incitamento alla rivolta
nonviolenta contro la guerra decidono che è tempo di distribuirli
all’interno dell’Università. Sarà Sophie Scholl a portare la
valigia con i volantini, consapevole del rischio che correva. Gli
stampati vengono impilati all’uscita delle aule dove si stavano tenendo
le lezioni. Al termine Sophie decide di far volare dallo scalone dell’Università gli ultimi volantini rimasti.
È terribilmente facile ritornare barbari
(Paul Ricoeur)
Le cattive idee hanno
spesso un potere tremendo (Amartya Sen)
Un punto di svolta
Vi sono stati periodi nella storia recente in cui un mondo migliore è
sembrato possibile. Oggi guardiamo al domani con diffidenza e paura.
Non possiamo procedere in questo modo.
Nel numero 3/2019 della rivista il Margine è disponibile l’articolo di Vincenzo Passerini sul dramma dei migranti. Vi forniamo di seguito una ampia anticipazione.
di VINCENZO PASSERINI
Mediterraneo
blindato, soccorsi delle Ong impediti, marina militare italiana frenata, navi
con naufraghi bloccate nei porti o in mare. Crollano gli arrivi dei profughi.
Grandi sospiri di sollievo. Ma i nostri sospiri di sollievo sono le loro urla
di dolore. Che non ci facciano dormire la notte. Urla di profughi che annegano
senza che nessuno li veda. O li soccorra. Non sapremo mai quanti. Urla di
profughi che nei campi di raccolta-lager in Libia vengono picchiati,
violentati, torturati. A morte, per-fino. Urla di profughi rimandati dagli
italiani in Libia, come i 150 della nave Lady Sham, il 21 gennaio scorso.
Imploravano: «Non ri-mandateci indietro! Meglio morire! Non ri-mandateci
indietro!». I nostri sospiri di sollievo sono le loro urla di dolore.
CHE POPOLO SIAMO
DIVENTATI?
Come possiamo rifiutarci di salvarli? Come
possiamo rimandarli in Libia se sappiamo che quello per loro è un inferno? E
fare questo in nome della legge? Brandendo perfino il rosario e il Vangelo? Che
popolo siamo diventati?