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Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ringrazia la città.

Pubblichiamo il messaggio di ringraziamento del Sindaco Leoluca Orlando alle cittadine e ai cittadini di Palermo. La sua passione e il suo impegno ad un cambiamento culturale profondo, alla lotta contro la mafia, all’inclusione, ponte tra i popoli, ha caratterizzato il percorso di questi anni nel governo della città.

MISSIONE COMPIUTA. DA COMPLETARE.

“Ringrazio tutti i palermitani e le palermitane per quello che mi hanno dato in questi anni. Per il loro amore, per le loro critiche che sono state fondamentale strumento di crescita. A chi molto è dato molto viene chiesto e io ho cercato di dare molto avendo ricevuto molto dai palermitani e dalle palermitane. Grazie per il coraggio civile dimostrato contro il sistema di potere politico-affaristico-mafioso che ha governato questa città, grazie per la vostra capacità di indignarvi, grazie per essere stati espressione del cambiamento. A tutti voi mi rivolgo: continuate, continuiamo ad amare questa nostra città”.

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Una strada per David Sassoli

Una strada vicino all’Università Europea tra Firenze e Fiesole porta ora il nome di David Sassoli.

La forza della vita è straordinaria ed è questo quello che dobbiamo trasmettere ai giovani di oggi affinché siano in grado di compiere le scelte con responsabilità e coscienza”. (David Sassoli, 9 ottobre 2020)

Una testimonianza importante per custodire la speranza di un futuro comune che ci ha trasmesso anche nel suo intervento di insediamento quale presidente del Parlamento Europeo , per un’Europa che non è un “incidente della storia”.

La nostra storia è scritta sul dolore, sul desiderio di libertà di Sophie e Hans Scholl, sull’ansia di giustizia degli eroi del Ghetto di Varsavia, sulle primavere represse con i carri armati nei nostri paesi dell’Est, sul desiderio di fraternità che ritroviamo ogni qual volta la coscienza morale impone di non rinunciare alla propria umanità e l’obbedienza non può considerarsi virtù”. (David Sassoli, 3 luglio 2019)

Il canto per la libertà di Sophie Scholl

IL CANTO PER LA LIBERTÀ DI SOPHIE SCHOLL, LA RAGAZZA DELLA ROSA BIANCA

di Rita Bonfiglio

Veramente sentito ed emozionante, per la particolare narrazione fra storia e vita, e gli interventi musicali, l’incontro del 6 maggio scorso, Il canto per la libertà di Sophie Scholl, la ragazza della Rosa Bianca. Vittoria Cova, socia promotrice, con la Bibliomediateca, dell’evento, ci ha condotto, insieme alla relatrice, Grazia Villa e alla pianista jazz Eugenia Canale, sulle tracce di vita e pensiero di Sophie Scholl (nel 2021 il centenario della sua nascita, 9 maggio 1921). Creando un’atmosfera intensa e partecipe e non solo informativa dei fatti storici.

Grazia Villa, avvocata di Como, femminista, si muove da sempre per i diritti delle donne, fa formazione nelle scuole, fa parte dell’Osservatorio interreligioso sulla violenza contro le donne, già presidente della Rosa Bianca italiana, ne ha seguito dall’inizio le vicende.

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Grazie Prof. Valerio Onida

«La libertà è scegliere quello che risponde alle mie profonde convinzioni su ciò che è bene e giusto e la libertà a cui ci invitava don Giovanni Barbareschi non è solo uno spazio per l’individuo che si muove libero da vincoli esterni, ma un bene comune che si deve realizzare anche nella comunità.La storia di don Giovanni è quella di un uomo che non solo ha saputo fare le sue scelte anche in tempi difficili di agire e di combattere per la libertà degli altri, per la libertà di tutti anche quando si deve sacrificare la propria libertà nella Resistenza».

Custodendo con estrema gratitudine il suo impegno, i suoi insegnamenti per l’agire politico e per promuovere valori e diritti sanciti nella Costituzione, ricordiamo l’amicizia del prof. Valerio Onida raccogliamo una sua riflessione che ci ha consegnato lo scorso 11 febbraio nel centenario dalla nascita di don Giovanni Barbareschi, una chiamata a libertà che lo ha accompagnato nel suo percorso.

https://www.facebook.com/assrosabianca/videos/1063161030945381/

Lettera a papa Francesco: mandi la Merkel

La lettera, che ha raccolto diverse firme – tra cui quelle dei due nuovi presidenti della Rosa Bianca – è stata consegnata in Vaticano il 2 maggio

Santità, Papa e Pastore, Padre nostro Francesco o come ognuno preferisce chiamarla,

desideriamo esprimerle la nostra angoscia per la cattiva e letale forma di convivenza che si sta stabilendo a livello globale, contro le speranze di un mondo più prospero e sicuro che erano nate sul finire del secolo scorso. Metà di quel secolo lo abbiamo vissuto col terrore della bomba atomica e delle sue ulteriori degenerazioni, ma se il terrore era un cattivo sentimento il suo effetto positivo è stato di prevenire e impedire una guerra nucleare, essendo diventata cultura comune la novità enunciata dal suo predecessore Giovanni XXIII che la guerra stessa, per questa ragione, fosse diventata del tutto irragionevole. Tuttavia la ragione non è l’unico movente dell’agire umano, e talvolta fallisce o può essere tradita, sicché oggi quell’impedimento alla guerra, e tanto più alla guerra totale, sembra  non più cogente e affidabile.

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Un’Assemblea per IL ritorno dei volti

Milano, 25 aprile 2022: data e luogo simbolici per la convocazione dell’Assemblea della Rosa Bianca. Dopo due anni di incontri svoltisi prevalentemente a distanza, ritrovarsi in presenza per festeggiare la Liberazione e dare un nuovo impulso all’associazione è stato emozionante. Tornano i volti, si abbracciano i corpi. E i volti degli amici riempiono la vita, come ci ha ricordato Paolo Pizzichini.

La vita delle associazioni è come quella delle persone: prima si corre in modo frenetico e poi ci si ferma per riprendere fiato; riflettere e custodire le proprie radici è sempre necessario per ripartire. I drammi del nostro tempo, prima la pandemia e poi l’escalation bellica, interrogano profondamente gli uomini e le donne del nostro tempo; come emerso dall’assemblea, anche la Rosa Bianca vuole offrire il proprio contributo di idee al dibattito politico – culturale che oggi è troppo spesso estremizzato su posizioni non dialoganti.

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Assemblea Rosa Bianca 2022

Nel corso dell’assemblea della Rosa Bianca, tenuta a Milano il 25 aprile 2022, sulla base del nuovo statuto approvato, sono stati rinnovati gli organi dell’Associazione.

Sono stati eletti

Presidenti:
Fulvio De Giorgi
Celestina Antonacci

Consiglio Direttivo:
Giovanni Lattarulo
Elisa Xausa
Vittoria Cova

Garante:
Enzo Sarpietro

Congratulazioni ai nuovi eletti e una caloroso augurio per il nuovo percorso iniziato.

Fermare la guerra oggi per abolirla domani

nato, ukraine and russia flag on signpost outdoors in nature.

D’intesa con l’autore e con la direzione di “Appunti di cultura e politica”, rivista edita dall’associazione Città dell’uomo, C3dem anticipa la  riflessione sul drammatico problema della guerra in Ucraina. Il testo uscirà in seguito come editoriale del fascicolo n. 2/2022 della rivista.

di Fulvio De Giorgi

Davanti alla tragedia impensata della guerra infraeuropea tra Russia e Ucraina vengono in mente, con un impotente sentimento di sgomento, i versi di Quasimodo: «Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo».

Nello svolgersi degli eventi, un repentino e travolgente universo di pensiero si è imposto tra di noi ed ha progressivamente sovrapposto sul senso morale di doveroso soccorso per il colpito e di aiuto umanitario all’aggredito, ha sovrapposto, dicevo, un impulso politico di schieramento dalla parte dell’aggredito per fermare l’aggressore. Il risultato di fatto è che la situazione si è evoluta e alla guerra infraeuropea cruenta e calda (e sempre più imbarbaritasi) si è collegata una guerra fredda attiva di molti paesi di area Nato, Italia inclusa. Non una guerra fredda passiva, ma una guerra fredda attiva, che vuole colpire l’aggressore e vincere la guerra che l’aggressore, aggredendo, ha dichiarato.

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Elogio del disarmo,perché se c’è guerra non c’è speranza

di Enrico Peyretti

Le armi non difendono, ma coinvolgono nel delitto. Lo dico tremando, ma perché vedo che è vero. La politica (anche se di forma democratica) che si identifica con il potere e non con il bene della vita comune, è ammalata grave di armismo: gli stati si identificano con la forza militare, che celebrano nelle feste nazionali come il santo protettore: idolatria, stoltezza, grave colpa culturale e storica. Non si abbandona la vittima, certo, si fa tutto quello che si può, anche assumendosi responsabilità, ma la si difende anzitutto col prevenire la fede nelle armi, con l’educarci come popoli alla difesa mediante la dignità doverosa della disobbedienza alla prepotenza.

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bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente

D I F E S A S E N Z A G U E R R A
a cura di Enrico Peyretti

(Ultimo aggiornamento parziale e correzioni della bibliografia: 15 ottobre 2021)

Questo testo sostituisce i precedenti ed è sostituito dai successivi.

«Gli storicisti debbono riconoscere che sul piano storico non è vero che il nonviolento perde sempre e il violento vince sempre, se è vero che i partigiani giudei antiromani furono sopraffatti e venivano crocifissi, e solo si vendicò magnificamente su Cesare uno di questi crocifissi che era per la nonviolenza, e anche Spartaco e i suoi non vinsero affatto; mentre Gandhi ha vinto senza toccare un capello ai soldati inglesi e alle loro famiglie nell’India, e William Penn, quando si presentò con i suoi amici quaccheri ai pellirosse, e senza alcuna arma, i capi gettarono via le proprie armi, e sorse uno stato di pace, a differenza di tutti gli altri dell’America del Nord. Esistono vittorie senza violenza». Aldo Capitini, La nonviolenza oggi, Milano, Edizioni di Comunità 1962, ora in Aldo Capitini, Le ragioni della nonviolenza, Antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Pisa, Edizioni ETS 2004, p. 136. «Esiste una storia della nonviolenza, che è anche la storia delle lotte contro la violenza degli “uomini irragionevoli”. È sorprendente che questa storia non abbia maggiormente attirato l’attenzione degli uomini “ragionevoli” che raccomandano e giustificano la violenza». Continua la lettura di bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente