A conclusione della scuola estiva di formazione politica dell’associazione Rosa Bianca svoltasi a Trento (Monte Bondone) era stato approvato il seguente documento.

Lo riportiamo perchè a distanza di vent’anni il richiamo alla ricerca di giustizia e dei sentieri di pace (e non alle ragioni della guerra) possano essere ancora un motivo per cui lottare e sperare.
OSIAMO SPERARE
Il devastante attacco terroristico che ha colpito al cuore gli Stati Uniti d’America ha sconvolto anche le nostre coscienze.
Abbiamo provato profondo dolore davanti alla morte di migliaia di persone, che sentiamo sorelle e fratelli, e davanti alle distruzioni provocate alle città di New York e Washington.
Dopo quanto successo l’11 settembre 2001, si apre una nuova, difficilissima fase che dovremo vivere con grande equilibrio, senza che abbiano il sopravvento la paura, la rabbia, l’odio.
Per questo ci sembrano urgenti alcune considerazioni.
- Condanna assoluta, senza ambiguità e reticenze, dell’attentato terroristico. Condanna di tutte le forme di violenza anche di quelle attuate in nome di nobili cause di libertà e giustizia.
- Violenza non deve chiamare altra violenza. Il clima internazionale surriscaldato e le parole di fuoco che evocano lo spettro di una “terza guerra mondiale” devono lasciare il posto alla ragione. Non dimentichiamo che l’articolo 11 della nostra Costituzione sancisce il ripudio della guerra come strumento di soluzione delle controversie internazionali. La logica della vendetta deve lasciare il posto alla ricerca di tutte le iniziative di indagine e di intervento che ristabiliscano la giustizia e la sicurezza internazionali. Come afferma con vigore Giovanni Paolo II: “mai le vie della violenza conducono a vere soluzioni dei problemi dell’umanità”.
- L’individuazione dei criminali terroristi e l’accertamento di tutte le responsabilità di fiancheggiamento e supporto, nonché le decisioni di intervento e repressione, devono avvenire nel rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani. Ciò implica il pieno coinvolgimento dell’ONU in tutte le sue prerogative e funzioni e la costituzione, sotto la sua egida, di una polizia internazionale che individui i colpevoli di questi atti di terrorismo e di un tribunale mondiale che li giudichi.
- Il clima politico scaturito dalla tragedia americana, dominato dalla comprensibile volontà di reagire alla violenza subita, rischia di produrre una situazione in cui diventa impossibile esercitare il diritto di critica e di dissenso nei confronti delle scelte politiche e strategiche degli Stati Uniti. Nella piena condivisione del dolore e della sofferenza del popolo americano, verso il quale va tutta la nostra solidarietà, riteniamo che anche in questi tragici momenti sia indispensabile il libero esercizio della critica e del giudizio.
Noi crediamo che la speranza di pace, che si fa attiva e concreta azione personale e politica a tutti i livelli, debba essere tenuta viva, anche ora.
Speranza di pace e di fraterna convivenza internazionale vuol dire occhi aperti, nettezza di giudizio, realismo, vigilanza; ma vuol dire anche essere capaci di non lasciarsi travolgere da quella che sembra la prevalenza della forza bruta; vuol dire rinnovare la fiducia nell’azione degli uomini e donne di buona volontà per l’affermazione dei diritti umani e dello strumento del diritto internazionale.
Ci accompagnino sempre le parole del profeta Isaia:
“Effetto della giustizia sarà la pace
ed il frutto del diritto sarà sicurezza
e tranquillità perpetua”.
(Is 32, 17)
Trento, 16 settembre 2001
Giovanni Colombo
Presidente de “La Rosa Bianca”