Achille Ardigò,
Coscienza etica e impegno civile.
Per un’educazione di comunità politiche
a cura di Fulvio De Giorgi e Fabio Caneri
(ed. Scholè – Morcelliana)
Il prof. Ardigò è stato innovatore e anticipatore in molti campi di riflessione. Nelle sue riflessioni lo sguardo si allarga, fino ad arrivare a cogliere le diverse dimensioni intergenerazionali, globali e capaci di oltrepassare i muri.
La lettura di fatti nuovi può aiutarci a ricomprendere nuove possibilità anche quando ci si confronta con i cambiamenti profondi presenti che attraversano la società e su quelli che si possono intravvedere scrutando il futuro.
Nella raccolta di interventi tenuti dal prof. Achille Ardigò nel corso delle scuole di formazione estive della Rosa Bianca diverse sono le intuizioni che ci vengono proposte e che ancora oggi ci possono offrire chiavi di lettura per interpretare il presente e scrutare gli spazi nuovi per un impegno laico, consapevole dell’urgenza di affrontare le sfide di realtà complesse, interprete di un richiamo esigente ad educare comunità politiche.
“Nel decennio tra la caduta del muro di Berlino e la fine del millennio, egli fu spesso relatore, come si è detto, nelle scuole estive in Trentino della Rosa bianca. In tali relazioni – che in questo volume sono antologizzate – egli andò articolando un’analisi politica e culturale che innovava il pensiero politico cattolico-democratico in risposta alle sfide del post-moderno e della globalizzazione neoliberale: cioè rispetto ad uno scenario complessivo che sarebbe stato egemone anche nei primi decenni del XXI secolo e fino ad oggi.
All’alba del nuovo millennio, richiamando la voce di un cristianesimo italiano variamente legato al Concilio, aveva scritto: «È la voce che è vibrata, nell’esperienza della mia vita, con la vita, gli scritti e gli aneliti di impegno religioso e storico, di cristiani come don Primo Mazzolari, don Lorenzo Milani priore di Barbiana, di Giuseppe Dossetti, di Giorgio La Pira, di Giuseppe Lazzati, di Davide Maria Turoldo frate servita, e di tanti altri»” (dalla introduzione di Fulvio De Giorgi).