Lettera a sophie

La presente lettera è stata scritta da una studentessa del liceo “Sophie M.Scholl” di Trento, dove è stato avviato un progetto rivolto agli studenti sulla figura di Sophie, in occasione del centenario dalla nascita.

Cara Sophie,

a volte mi chiedo dove vada a finire l’innocenza dei bambini una volta che crescono. Mi chiedo dove vada la purezza, la sincerità, l’altruismo. Il loro modo di guardare il mondo, colorandolo, rendendolo migliore.

Poi guardo la nostra realtà, che ci mette in competizione l’uno con l’altro. Che ci aliena, che ci rende estranei. Che costruisce barriere fatte di ignoranza, tramutandole poi in muri di pietra e cemento che ci allontanano, ci dividono, alimentando così la nostra innata paura del diverso. Teniamo le distanze da ciò che ci spaventa, senza affrontarlo, senza renderlo parte della nostra quotidianità. Isolandolo e lasciandolo in balia di se stesso. Viviamo di invidia, di indifferenza, di egoismo.

Viviamo in un mondo che ha premuto a fondo sull’acceleratore, senza curarsi di chi rimane indietro. Rapidità, efficienza, consequenzialità. Non conta nient’altro. Nemmeno ciò che è vero e ciò che non lo è contano più.

La verità viene, infatti, sostituita con la comodità: eserciti di mass media sono pronti ad agitare gli animi di un popolo che sta dimenticando i valori della collettività e della conoscenza. Il ruolo dei maestri viene confuso con quello di un dittatore, la cui dottrina è legge.

L’esercizio del pensiero viene limitato da verità preconfezionate e dall’incapacità di dialogare sostenendo la propria tesi anche in dibattiti con idee contrastanti. Il confronto con l’altro risulta spesso difficoltoso, vista la generale convinzione dell’assoluta verità della propria considerazione.
Ci sono sempre meno anime che si nutrono di poesia, di arte, di letteratura. Ancora meno sono quelle che rimangono senza fiato per la bellezza di una statua o di un panorama.

Ma come può il futuro profumare di prosperità ed equilibrio senza avere alla base un sostentamento culturale? Questa è la modernità, e il prezzo da pagare, purtroppo, è molto alto. Di certo non è il mondo per il quale ti sei battuta; un mondo dove la libertà individuale e il bene della comunità vengono tutelati.

Un mondo libero. Ma il mondo cambierà ancora, muterà la sua sostanza verso una nuova forma. E questa volta spetta ai giovani di adesso decidere che ne sarà della nostra terra. Forse, non ci sarà nessuna svolta, forse sarà l’ennesima delusione.

Eppure io sto cominciando a crederci, in questi giovani di oggi, la cui spensieratezza è stata bruscamente interrotta e fatta vacillare da eventi al di fuori della loro portata. La cui quotidianità è stata bruscamente capovolta rendendo necessario un adattamento repentino, che ha sottolineato il valore di sostegno e comprensione reciproci. Unendo i cuori e le menti i giovani potranno rivoluzionare questo mondo malato, rendendolo migliore, rendendo migliori le persone.

Oh cara Sophie, le tue parole riecheggiano ancora oggi nello spirito di molti, sono simbolo di speranza in tempi bui. I tuoi pensieri danno forza ai giovani che dovranno guidare il mondo nel prossimo decennio. Hai portato un vento di freschezza in un ambiente riarso, una brezza che rinasce ad ogni primavera del pensiero umano, quando non sono solo i fiori a sbocciare, ma anche le menti di giovani e adulti.

Ed è per questo che ti saremo sempre grati.

Cecilia

studentessa del liceo “Sophie M. Scholl” di Trento