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David Sassoli, la forza di un sogno. Uomo, giornalista, cittadino d’Europa

Un’Europa che innova, che protegge, che sia «faro grazie al suo modello democratico». È il “sogno europeo” che David Sassoli (1956-2022) consegna a leader politici e cittadini del vecchio continente nel suo ultimo discorso, pronunciato a Bruxelles il 16 dicembre 2021. Di lì a meno di un mese il presidente del Parlamento Ue avrebbe terminato il suo cammino terreno, lasciando una ricca eredità culturale, professionale e politica ora raccolta nel volume David Sassoli, la forza di un sogno. Uomo, giornalista, cittadino d’Europa (Ed. In Dialogo). Il libro è firmato da Gianni Borsa, corrispondente da Bruxelles per l’agenzia Sir, che per ragioni di lavoro ha frequentato Sassoli nel periodo del suo mandato da eurodeputato e nella fase della sua presidenza del Parlamento.

Sassoli aveva un chiaro convincimento: l’Ue doveva rimanere un “cantiere”, una organizzazione sovranazionale capace di adeguarsi ai tempi per affrontare le nuove sfide continuamente proposte dalla storia (innovazione); una “casa comune” che si attrezza per rispondere ai bisogni concreti e alle reali esigenze dei cittadini, delle famiglie, della società civile, delle imprese e del mondo del lavoro (protezione). Non da ultimo, una istituzione aperta al mondo, attore sulla scena mondiale, che fonda la sua forza e la sua credibilità sulla democrazia, la tutela dei diritti umani, la cooperazione economica volta allo sviluppo, la promozione del dialogo tra le nazioni (appunto l’Europa faro di democrazia).

Il volume propone anzitutto un profilo biografico (formazione, giornalismo, impegno politico) con il quale si individuano gli elementi cardine del pensiero di Sassoli, ricorrendo spesso a citazioni dirette. Seguono alcuni discorsi e articoli dello stesso Sassoli, oltre a due interviste con il deputato europeo realizzate dallo stesso Borsa. Quindi le testimonianze di quattro persone – Pio Cerocchi, Laura Rozza, Lorenzo Mannelli, Michele Nicoletti – vicine e amiche di Sassoli. Infine l’omelia funebre pronunciata dal card. Matteo Zuppi e la commemorazione tenuta da Enrico Letta al Parlamento di Strasburgo.

“David Sassoli, la forza di un sogno. Uomo, giornalista, cittadino d’Europa” curato da Gianni Borsa, ed. In Dialogo

La rosa bianca. La resistenza al nazismo in nome della libertà

«Meriteremmo di essere dispersi per il mondo, come polvere al vento, se non ci sollevassimo in questa ultima ora, ritrovando finalmente il coraggio che ci è mancato fino ad oggi». (dal terzo volantino della Rosa Bianca, luglio 1942, testo di Hans Scholl e Alexander Schmorell)

E’ ora disponibile la nuova edizione del libro

La rosa bianca. La resistenza al nazismo in nome della libertà
di Paolo Ghezzi (ediz. San Paolo , nuova edizione 2023)

E’ la storia del gruppo di resistenza antinazista Rosa Bianca, le cui vicende culminarono ottant’anni fa con il processo e l’assassinio dei suoi componenti, un gruppo di giovani universitari tedeschi ed un professore che si erano opposti al regime di Hitler in nome della libertà.

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Una Rosa Bianca per farsi parte della sofferenza del mondo

Ad un anno di distanza dalla morte di David Sassoli, ritroviamo ancora presente tra noi la memoria della vitalità e del suo impegno che ci accompagna insieme al ricordo del suo sorriso e alla testimonianza di chi l’ha conosciuto.
Nella sua omelia in occasione del funerale il card. Matteo Zuppi aveva sottolineato davanti all’orizzonte della vita, la possibilità di ricomprendere le beatitudini e tra queste la beatitudine di obbedire alla propria coscienza.
E nelle parole di David Sassoli in uno dei suoi ultimi interventi la consegna per cambiare lo sguardo sul mondo: “E la speranza siamo noi quando non chiudiamo gli occhi davanti a chi ha bisogno, quando non alziamo muri ai nostri confini, quando combattiamo ogni forma di ingiustizia” (David Sassoli, dicembre 2021).
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I cattolici pessimisti sono una bestemmia vivente

di Paolo Giuntella (dell’1 gennaio 2002)

Caro amico, tu mi dici, come si fa ad avere speranza in tempi come questo? Tempi di guerra, di terrore, letteralmente, di opposti fondamentalismi, di razzismi, di lavoro e sentimenti precari, di disuguaglianze e ingiustizie? Come si fa a sperare e chi continua, spes contra spem, a sperare? E soprattutto, cosa spera la gente?

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Sta avanzando un “nuovo cristianesimo” postscristiano

Ripubblichiamo un articolo di Paolo Giuntella, con spunti ancora attuali di riflessione sul cristianesimo e il nostro tempo.

di Paolo Giuntella  (da “Europa” del 5-11-2004)

Gli ottimi articoli di Giuliano Amato (lunedì 1 novembre) e l’editoriale di qualche settimana fa di Ezio Mauro su Repubblica hanno avuto il merito di porre un problema che molti cattolici, non solo intellettuali ma anche semplici credenti praticanti impegnati, da tempo avvertono in modo sempre più inquietante. Sta avanzando un “nuovo cristianesimo” postcristiano, cioè disancorato dalla parola di Dio, dalla Bibbia e dalla storia della chiesa e delle chiese.

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Violenza contro le donne

In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, fissata per oggi 25 novembre 2022, la Rosa Bianca italiana vuole condividere il video realizzato dall’Osservatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne (O.I.V.D.), nato per mettere a fuoco il nesso tra violenza e religioni, al fine di eliminarla alla radice, in una ricerca e azione condivisa, pur mantenendo i vari percorsi di fede. ( www.oivd.it)

L’Osservatorio, con tante altre associazioni del movimento femminista a livello mondiale, pone all’attenzione di tutti lo scandalo del sessismo, ancora oggi presente nel mondo, che porta ingiustizia profonda di classe, razza, orientamento sessuale, religione, opportunità sociale e personale.   

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Un appello al bando delle armi nucleari

Diciamo No alle armi nucleari
e SÍ a forti gesti di pace e di dialogo

Il testo seguente è stato sottoscritto dai presidenti delle realtá cattoliche e dai movimenti ecumenici. (Il documento è anche disponibile in formato pdf).

 “Il cristiano è un uomo di pace, non un uomo in pace. Fare la pace è la sua vocazione” (Primo Mazzolari).

A pochi giorni dalla grande manifestazione per la pace del 5 novembre a Roma e uniti a Papa Francesco, offriamo questo contributo di riflessione al dibattito e al confronto in corso sul drammatico problema della guerra e sulla necessità di avviare concreti percorsi di pace.

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Europe for Peace

La Rosa Bianca aderisce alla
manifestazione Europe for Peace del 5 novembre 2022.

𝗟’𝗼𝗺𝗯𝗿𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗴𝘂𝗲𝗿𝗿𝗮 𝗮𝘁𝗼𝗺𝗶𝗰𝗮 𝘀𝗶 𝘀𝘁𝗲𝗻𝗱𝗲 𝘀𝘂𝗹 𝗺𝗼𝗻𝗱𝗼

La minaccia nucleare incombe sul mondo. È responsabilità e dovere degli stati e dei popoli fermare questa follia. L’umanità ed il pianeta non possono accettare che le contese si risolvano con i conflitti armati. La guerra ha conseguenze globali: è la principale causa delle crisi alimentari mondiali, ancor più disastrose in Africa e Oriente, incide sul caro-vita, sulle fasce sociali più povere e deboli, determina scelte nefaste per il clima e la vita del pianeta. La guerra ingoia tutto e blocca la speranza di un avvenire più equo e sostenibile per le generazioni future.

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Le vittime di guerre e conflitti ci interpellano

di Giovanni Lattarulo

Nelle giornate 1-2 Ottobre 2022 nel Centro Mariapoli “Chiara Lubich” nel Comune di Cadine (TN) si è tenuto l’ incontro di informazione e formazione dal titolo “Le vittime di guerre e conflitti ci interpellano – L’imperativo della costruzione di un nuovo ordine mondiale”.

L’incontro si è svolto con la partecipazione di circa trenta persone in un clima di forte condivisione nella tradizione delle scuole di formazione della “Rosa Bianca”.

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Spunti per un discernimento politico

un testo sottoscritto da cinquanta personalità cattoliche in vista delle elezioni politiche del 25 settembre 2022 .

Alla vigilia delle imminenti elezioni si è riaperta una vecchia disputa intorno al peso/rilevanza dei cattolici nella politica italiana. Non ci è dato qui di tematizzare la questione. Ci limitiamo a marcare le distanze da due opposti approcci: quello di chi coltiva una sterile nostalgia per un tempo rappresentato (assai approssimativamente) come segnato dalla “egemonia cattolica” e comunque da una sostanziale unità politica dei cattolici, oggi non più riproponibile; o quello di chi, all’opposto, teorizza la pratica insignificanza di una ispirazione cristiana nell’azione politica. Ci riconosciamo semmai nel cenno riservato alla questione da parte del cardinale Parolin, secondo il quale la politica vanta una sua autonomia che va onorata e dunque i cattolici, come singoli o come gruppi, possono e devono liberamente e laicamente aggregarsi su base politica (non confessionale) senza tuttavia rinunciare – così Parolin – a una loro originale istanza profetica. La quale, sia chiaro, può generare orientamenti politici e militanze diverse. A ben vedere non tutti compatibili con una pregnante ispirazione cristiana. Quanto segue, dunque, non vanta pretese di esclusività, ma riflette solo il punto di vista dei soggetti sottoscrittori.

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