Following the example of the White Rose resistance movement, we are committed to:
Studying history in order to critically scrutinise the present and not to invalidate the work of those who preceded us.
Not being indifferent spectators in the face of an unjust situation but, instead, to take action to change the situation, even if it does not concern us personally,
Anhand des Beispiels der Jungen Widerstandskämpfer der Weißen Rose setzen wir uns dafür ein, dass wir:
Die Geschichte kennen, um die Gegenwart kritisch zu interpretieren und um die Arbeit unserer Vorgänger nicht zunichte zu machen.
Nicht gleichgültige Zuschauer einer Situation der Ungerechtigkeit sind, sondern handeln, um sie zu ändern, auch wenn sie uns persönlich nicht betrifft.
A conclusione della scuola estiva di formazione politica dell’associazione Rosa Bianca svoltasi a Trento (Monte Bondone) era stato approvato il seguente documento.
Ground Zero – Twin Towers
Lo riportiamo perchè a distanza di vent’anni il richiamo alla ricerca di giustizia e dei sentieri di pace (e non alle ragioni della guerra) possano essere ancora un motivo per cui lottare e sperare.
OSIAMO SPERARE
Il devastante attacco terroristico che ha colpito al cuore gli Stati Uniti d’America ha sconvolto anche le nostre coscienze.
Abbiamo provato profondo dolore davanti alla morte di migliaia di persone, che sentiamo sorelle e fratelli, e davanti alle distruzioni provocate alle città di New York e Washington.
Un documento dell’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne (O.I.V.D.)
Noi, donne e uomini dell’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne (O.I.V.D.), in questa tragica evoluzione della situazione afghana siamo in forte apprensione per il popolo e in particolare per le donne, primo bersaglio dei fanatismi politici e religiosi, che ora sono terrorizzate dal regime di schiavitù che si prospetta. In ogni avventura armata – come quella dell’intervento internazionale in Afghanistan – per avere consenso si strumentalizzano i diritti delle donne facendole passare come motivazione del proprio operato.
Un intervento di Rosanna Virgili, Emanuela Buccioni, Grazia Villa e Francesca Villanova su “Alzogliocchiversoilcielo” del 15 agosto 2021
Siamo sollecitati in questi giorni al ricordo di Gino Strada che ci ha lasciati improvvisamente e prematuramente, privandoci di un uomo che nel tempo ci ha dato un impulso e delle sollecitazioni a cui non si poteva rimanere indifferenti. Come diceva lui stesso “Io non sono un pacifista, io sono contro la guerra” e affermazioni simili hanno sempre messo in evidenza le sue convinzioni e i suoi impegni a favore dell’uomo, di ogni uomo bisognoso e sofferente.
La Rosa Bianca è un messaggio di pace e di resistenza oggi più che mai necessario, che nasce dall’anelito per un mondo in cui la dignità e la libertà di ogni persona siano rispettate e tutti i popoli possano convivere in quanto portatori di bellezza nella loro diversità. È questo il fulcro della resistenza non violenta messa in atto dal gruppo “La Rosa Bianca”, giovani tedeschi, studenti universitari, che si opposero alla dittatura nazista tra la primavera del 1942 e l’inverno del 1943 diffondendo in varie città della Germania volantini di incitamento alla rivolta morale e che per la loro attività furono arrestati e giustiziati.
Al loro straordinario esempio di azione politica e civile è dedicato La Rosa Bianca, lo spettacolo di e con Aida Talliente e Fabrizio Saccomanno per l’accompagnamento musicale di Marco Colonna e le luci di Luigi Biondi.
Questa mia testimonianza riguarda non solo la mia esperienza, che se presa anche nella sua singolarità è importante, ma che è intrecciata insieme alle centinaia di altre storie di donne. Diventa storia condivisa di quello che possiamo nominare come “il Popolo delle migranti e dei migranti”, una nazione nuova.
Nell’ immaginario collettivo il fenomeno migratorio viene percepito come un fenomeno del tutto maschile, ma ciò non riflette minimamente la realtà fattuale. Oggigiorno l’immigrazione femminile supera il 50% degli arrivi e riguarda giovani donne; sole o con figli e figlie, quasi sempre minori o in tenera età. Per quanto riguarda i motivi … motivi gli uni più disperati degli altri: ci tornerò fra poco.
Lettera a Sophie Scholl di Angelica, dell’Istituto Gonzaga di Milano.
Cara Sophie,
anche se non potrai mai leggere questa lettera, ho deciso di scriverti perché sono venuta da poco a conoscenza della tua storia e non posso fare a meno di pensarci. Il merito è tutto dello scrittore Giuseppe Assandri: non puoi neanche immaginare quanto sappia della tua breve, ma intensa, vita. La notizia più sbalorditiva che devo darti, però, è che lui ha scritto un libro proprio su di te, e non è stato l’unico! Ci sono decine di film, articoli, testi scritti, luoghi diventati musei e tutto grazie a te. Ispiri migliaia di persone ogni giorno e sono più che felice di essere stata una di quelle. Ho imparato tanto da te: il tuo non aver paura di rompere le righe, di urlare al mondo il tuo pensiero, la tua determinazione, la voglia di dare la vita per le altre persone e tanto altro.
L’intervento del prof. Carlo Sala, della commissione didattica di Gariwo nel corso dell’incontro
di Carlo Sala
La danza di Sophie è fedeltà al Dio che si è fatto uomo e denuncia del totalitarismo neopagano che ha sostituito il Laudatur Jesus Christus con l’Heil Hitler! Il nazismo riproposizione neopagana del mito del salvatore, come proposto da Romano Guardini fin dal 1935.
La profonda spiritualità della famiglia Scholl coniugava la fedeltà e la responsabilità azzardando un’azione politica, una cittadinanza politica liberale e sovrana anche nel regime che in nome dello spirito del popolo aveva sottratto a donne e uomini ogni dovere verso l’altro e ogni diritto individuale.
«Non farti rubare l’allegria e tieniti forte alla tua fede, nei giorni buoni e in quelli cattivi, il peso diventerà più facile da portare» (Sophie Scholl)
Per i cento anni dalla nascita di Sophie Scholl incontri e percorsi per dare spazio a riflessioni per il nostro tempo.