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Uno zaino troppo pesante

Uno zaino troppo pesante
Le strade per una scuola ecologica e leggera

di Marco Orsi (Maggioli Editore).

“Non ci eravamo più abituati, almeno noi della civiltà del benessere. Ma nell’incertezza, nella insicurezza c’è però la possibilità di capire quali sono le cose che contano davvero, quelle essenziali. Le cose più semplici che ci rendono gioiosi. È necessario tornare lì, senza nostalgie. Utilizzando le ricchezze di scienza, conoscenza e tecnologia, ma stavolta orientate in modo diverso. Ecco: il confluire di tanti approcci verso questo tema della leggerezza mi dice qualcosa di positivo. Forse è un paradigma che vale la pena di esplorare. Proviamo allora a scommettere su una leadership educativa leggera”.

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CARTA DELLA RESISTENZA CIVILE

Le ragazze e i ragazzi delle classi 5A e 5B del Liceo linguistico Sophie Magdalena Scholl di Trento hanno preparato al termine di un percorso di approfondimento una “Carta della Resistenza Civile”.

Seguendo l’esempio delle ragazze e dei ragazzi della Rosa Bianca,  ci impegniamo a:  

Non essere spettatori indifferenti di fronte ad una situazione di ingiustizia, ma agire per cambiare  la situazione anche se non ci riguarda personalmente;

Uscire dalla “tranquillità esistenziale”: responsabilità e sensibilizzazione possono cambiare la mentalità delle nuove generazioni;  

Essere consapevoli delle realtà europee ed internazionali nel rispetto delle diversità; istruirci per istruire: per ottenere la libertà devi conoscere; 

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Charta des zivilen Widerstands

Anhand des Beispiels der Jungen Widerstandskämpfer der Weißen Rose setzen wir uns dafür ein, dass wir:

Die Geschichte kennen, um die Gegenwart kritisch zu interpretieren und um die Arbeit unserer Vorgänger nicht zunichte zu machen.

Nicht gleichgültige Zuschauer einer Situation der Ungerechtigkeit sind, sondern handeln, um sie zu ändern, auch wenn sie uns persönlich nicht betrifft.

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Osiamo sperare

A conclusione della scuola estiva di formazione politica dell’associazione Rosa Bianca svoltasi a Trento (Monte Bondone) era stato approvato il seguente documento.

Ground Zero – Twin Towers

Lo riportiamo perchè a distanza di vent’anni il richiamo alla ricerca di giustizia e dei sentieri di pace (e non alle ragioni della guerra) possano essere ancora un motivo per cui lottare e sperare.

OSIAMO SPERARE

Il devastante attacco terroristico che ha colpito al cuore gli Stati Uniti d’America ha sconvolto anche le nostre coscienze.

Abbiamo provato profondo dolore davanti alla morte di migliaia di persone, che sentiamo sorelle e fratelli, e davanti alle distruzioni provocate alle città di New York e Washington.

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Con le donne afgane

Un documento dell’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne (O.I.V.D.)

I talebani in Afghanistan e la denuncia delle donne - Tiscali Cultura

Noi, donne e uomini dell’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne (O.I.V.D.), in questa tragica evoluzione della situazione afghana siamo in forte apprensione per il popolo e in particolare per le donne, primo bersaglio dei fanatismi politici e religiosi, che ora sono terrorizzate dal regime di schiavitù che si prospetta. In ogni avventura armata – come quella dell’intervento internazionale in Afghanistan – per avere consenso si strumentalizzano i diritti delle donne facendole passare come motivazione del proprio operato.

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Che bella questa “strada, Gino”

Un intervento di Rosanna Virgili, Emanuela Buccioni, Grazia Villa e Francesca Villanova su “Alzogliocchiversoilcielo” del 15 agosto 2021

È morto Gino Strada, fondatore di Emergency

Siamo sollecitati in questi giorni al ricordo di Gino Strada che ci ha lasciati improvvisamente e prematuramente, privandoci di un uomo che nel tempo ci ha dato un impulso e delle sollecitazioni a cui non si poteva rimanere indifferenti.
Come diceva lui stesso “Io non sono un pacifista, io sono contro la guerra” e affermazioni simili hanno sempre messo in evidenza le sue convinzioni e i suoi impegni a favore dell’uomo, di ogni uomo bisognoso e sofferente.

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Il tempo del possibile

di Andrea Pegoraro

Dare spazio all’Altro avendo cura e responsabilità verso le parole che ognuno sceglie come importanti per sé. Promuovere energie nuove insieme ad altre persone e credere nel cambiamento senza preoccuparsi di essere una minoranza, come avevano fatto i giovani della Rosa Bianca.

Sono i messaggi dell’incontro “Tempo del Possibile” che si è svolto il 4 luglio al Castello di Ragogna (Udine). Ad ascoltare Paolo Ghezzi – giornalista e scrittore e Luca Grion – docente di filosofia all’Università di Udine – c’era un folto numero di partecipanti che ha potuto confrontarsi con l’attualità della vicenda dei giovani della Rosa Bianca.

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SPettacolo “la rosa bianca”

La Rosa Bianca è un messaggio di pace e di resistenza oggi più che mai necessario, che nasce dall’anelito per un mondo in cui la dignità e la libertà di ogni persona siano rispettate e tutti i popoli possano convivere in quanto portatori di bellezza nella loro diversità. È questo il fulcro della resistenza non violenta messa in atto dal gruppo “La Rosa Bianca”, giovani tedeschi, studenti universitari, che si opposero alla dittatura nazista tra la primavera del 1942 e l’inverno del 1943 diffondendo in varie città della Germania volantini di incitamento alla rivolta morale e che per la loro attività furono arrestati e giustiziati.  

Al loro straordinario esempio di azione politica e civile è dedicato La Rosa Bianca, lo spettacolo di e con Aida Talliente e Fabrizio Saccomanno per l’accompagnamento musicale di Marco Colonna e le luci di Luigi Biondi.

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Una testimonianza sull’ immigrazione femminile

di Awa Kane*

Interventi di Awa Kane | Radio Radicale

Questa mia testimonianza riguarda non solo la mia esperienza, che se presa anche nella sua singolarità è importante, ma che è intrecciata insieme alle centinaia di altre storie di donne. Diventa storia condivisa di quello che possiamo nominare come “il Popolo delle migranti e dei migranti”, una nazione nuova.

Nell’ immaginario collettivo il fenomeno migratorio viene percepito come un fenomeno del tutto maschile, ma ciò non riflette minimamente la realtà fattuale. Oggigiorno l’immigrazione femminile supera il 50% degli arrivi e riguarda giovani donne; sole o con figli e figlie, quasi sempre minori o in tenera età. Per quanto riguarda i motivi … motivi gli uni più disperati degli altri: ci tornerò fra poco.

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