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Fermare la guerra oggi per abolirla domani

nato, ukraine and russia flag on signpost outdoors in nature.

D’intesa con l’autore e con la direzione di “Appunti di cultura e politica”, rivista edita dall’associazione Città dell’uomo, C3dem anticipa la  riflessione sul drammatico problema della guerra in Ucraina. Il testo uscirà in seguito come editoriale del fascicolo n. 2/2022 della rivista.

di Fulvio De Giorgi

Davanti alla tragedia impensata della guerra infraeuropea tra Russia e Ucraina vengono in mente, con un impotente sentimento di sgomento, i versi di Quasimodo: «Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo».

Nello svolgersi degli eventi, un repentino e travolgente universo di pensiero si è imposto tra di noi ed ha progressivamente sovrapposto sul senso morale di doveroso soccorso per il colpito e di aiuto umanitario all’aggredito, ha sovrapposto, dicevo, un impulso politico di schieramento dalla parte dell’aggredito per fermare l’aggressore. Il risultato di fatto è che la situazione si è evoluta e alla guerra infraeuropea cruenta e calda (e sempre più imbarbaritasi) si è collegata una guerra fredda attiva di molti paesi di area Nato, Italia inclusa. Non una guerra fredda passiva, ma una guerra fredda attiva, che vuole colpire l’aggressore e vincere la guerra che l’aggressore, aggredendo, ha dichiarato.

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Elogio del disarmo,perché se c’è guerra non c’è speranza

di Enrico Peyretti

Le armi non difendono, ma coinvolgono nel delitto. Lo dico tremando, ma perché vedo che è vero. La politica (anche se di forma democratica) che si identifica con il potere e non con il bene della vita comune, è ammalata grave di armismo: gli stati si identificano con la forza militare, che celebrano nelle feste nazionali come il santo protettore: idolatria, stoltezza, grave colpa culturale e storica. Non si abbandona la vittima, certo, si fa tutto quello che si può, anche assumendosi responsabilità, ma la si difende anzitutto col prevenire la fede nelle armi, con l’educarci come popoli alla difesa mediante la dignità doverosa della disobbedienza alla prepotenza.

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bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente

D I F E S A S E N Z A G U E R R A
a cura di Enrico Peyretti

(Ultimo aggiornamento parziale e correzioni della bibliografia: 15 ottobre 2021)

Questo testo sostituisce i precedenti ed è sostituito dai successivi.

«Gli storicisti debbono riconoscere che sul piano storico non è vero che il nonviolento perde sempre e il violento vince sempre, se è vero che i partigiani giudei antiromani furono sopraffatti e venivano crocifissi, e solo si vendicò magnificamente su Cesare uno di questi crocifissi che era per la nonviolenza, e anche Spartaco e i suoi non vinsero affatto; mentre Gandhi ha vinto senza toccare un capello ai soldati inglesi e alle loro famiglie nell’India, e William Penn, quando si presentò con i suoi amici quaccheri ai pellirosse, e senza alcuna arma, i capi gettarono via le proprie armi, e sorse uno stato di pace, a differenza di tutti gli altri dell’America del Nord. Esistono vittorie senza violenza». Aldo Capitini, La nonviolenza oggi, Milano, Edizioni di Comunità 1962, ora in Aldo Capitini, Le ragioni della nonviolenza, Antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Pisa, Edizioni ETS 2004, p. 136. «Esiste una storia della nonviolenza, che è anche la storia delle lotte contro la violenza degli “uomini irragionevoli”. È sorprendente che questa storia non abbia maggiormente attirato l’attenzione degli uomini “ragionevoli” che raccomandano e giustificano la violenza». Continua la lettura di bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente

Articoli deL Margine a portata di click

E’ ora disponibile l’archivio rinnovato degli articoli della rivista Il Margine.

Raccoglie i testi pubblicati dal 1981 al 2021.
Lo potete trovare sul nuovo sito della associazione Oscar Romero.

Sul sito della Rosa Bianca alla pagina dell’archivio de Il Margine o nella sezione archivio della Oscar Romero (https://oscarromero.org/archivio/) sono riportati i collegamenti a tutte le raccolte della rivista per annate.

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Sophie Scholl e la Rosa Bianca

L’articolo seguente è stato pubblicato il 29 aprile 2021 su “Die Zeit”, ed è stato tradotto da Umberto Lodovici.

Maximilian Probst

Nel giugno del 1942 almeno un centinaio di persone a Monaco di Baviera trova nella buca delle lettere un volantino firmato dalla Rosa bianca. I destinatari non sono casuali, sono borghesi e intellettuali che i giovani del gruppo di resistenza attorno ad Hans Scholl e Alexander Schmorell considerano i responsabili morali di una nuova Germania. Per sei mesi cercheranno di diffondere un messaggio di ribellione contro un regime che considerano intollerabile e suicida recapitando altri volantini.  Negli ultimi due si rivolgono a tutti i tedeschi e, infine, agli studenti: forse saranno loro a risvegliare quel popolo di sonnambuli. Invece, non accade nulla; solo in pochi rispondono, ma tra questi c’è Sophie Scholl, la sorella di Hans, studentessa di filosofia e biologia, ventun anni, oltre alla sua lucida intelligenza, Sophie mette a disposizione le sue competenze organizzative maturate aiutando il padre, Robert Scholl, consulente fiscale ed energico sindaco di Ulma, ma anche obiettore di coscienza durante la Prima guerra mondiale.

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Mobilitarsi per scongiurare un’altra guerra

Le associazioni del Centro Pace, Ecologia e Diritti Umani di Rovereto hanno preparato un documento in riferimento alla gravità della crisi in Ucraina

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La gravissima crisi tra Ucraina e Russia, che ha provocato una guerra da anni in corso, costata migliaia di vite umane e centinaia di migliaia di profughi, si sta aggravando. Non possiamo rimanere in silenzio.

Chiediamo al parlamento e al governo del nostro Paese di premere in tutte le sedi internazionali, Unione Europea e Nato in primo luogo, perché sia percorsa la via diplomatica e non quella della prova di forza che può sfociare in una guerra ancora più estesa e sanguinosa e in una invasione.

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DOVE NASCONO LE ROSE BIANCHE PER DAVID SASSOLI

di Vincenzo Passerini

«Essere di “sinistra” oggi» e «Questione meridionale e rivoluzione dei comportamenti»: sono i titoli (che potrebbero essere riproposti pari pari oggi) delle due scuole di formazione politica organizzate nell’estate del 1983 in Trentino e in Sicilia dalla Lega democratica e dalla Rosa Bianca, anime del cattolicesimo democratico. Ad Acireale (Catania) si aprì con Sergio Mattarella,  a Brentonico (Trento) con  Achille Ardigò. Presiedette in entrambe le situazioni Paolo Giuntella.

La cultura politica di David Sassoli ha qui le sue radici. Qui nascono le rose bianche che hanno accompagnato il suo commiato, a Roma e a Strasburgo.

L’articolo prosegue sul blog Itlodeo.info

Una rosa bianca per l’Europa

L’omaggio del Parlamento Europeo a David Sassoli ed al suo impegno per la democrazia, i diritti umani e la solidarietà , ci richiama la necessità di porre le basi per una nuova Europa.

Le rose bianche all’Europarlamento hanno ricordato a tutte e a tutti  un tratto significativo del suo mandato quale Presidente del Parlamento Europeo fin dal suo insediamento ed in particolare la sua passione ed il suo impegno per una prospettiva europea nel solco dei giovani Sophie e Hans Scholl e degli altri giovani della Rosa Bianca e del loro impegno per la libertà, la pace e la nonviolenza, i quali  operarono un atto di fiducia rivolto ad un’Europache ancora non conoscevano, per superare le chiusuredegli stati per strappare il mantello dell’indifferenza (come era denunciato nei volantini della Weisse Rose di Monaco preparati e diffusi tra il 1942 e il 1943).

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A Te caro David,

amico dal cuore tenero e dallo spirito forte, dedichiamo ancora le parole di José Martì.

Hanno scadenzato i nostri passi e accompagnato le nostre vite.
Grazie per la tua fedeltà, per la tua libertà, per il tuo buon coraggio, per la trasparenza del tuo sguardo, per la determinatezza del tuo impegno, per i tuoi abbracci, per il tuo sorriso avvolgente,
per essere sempre stato con noi e… lo sarai per sempre!!

Le amiche e gli amici della Rosa Bianca.

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per farsi parte della sofferenza del mondo

La morte del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli è una notizia difficile da accogliere, per chi ha conosciuto la vitalità, la passione, l’impegno.
Ha gettato il cuore oltre l’ostacolo nonostante la prova della malattia, e anche in questo tempo, nell’Europa in cui sembrano tornare a prevalere scelte di muri da costruire e le indifferenze, ci ha ricordato la necessità di recuperare il volto e la dignità delle persone.
A-rivederci David. E Grazie.

Riportiamo l’intervento di David Sassoli in occasione del centenario dalla nascita di Sophie Scholl.

Il 9 maggio 2021 è una data molto importante perché oltre ad essere l’anniversario della dichiarazione Schuman che ha dato avvio al processo di integrazione europea, sarà il centenario della nascita di Sophie Scholl che fu testimone e martire della resistenza anti-nazista.

E’  una figura simbolo dei valori della nonviolenza. Le idee e il coraggio e il senso di libertà di Sophie e degli altri studenti di Monaco hanno ispirato intere generazioni di europei perché attraverso i loro scritti la loro testimonianza riuscirono a interpretare una coscienza critica che si è ribellata davanti alle ingiustizie e alle barbarie.

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